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Catania, statuto del Consiglio comunale Zappalà: "Mi do 45 giorni di tempo"

Il presidente: «Entro 20 giorni la bozza». Tra le novità per risparmiare «intervallo-corto» in caso di mancanza di numero legale e interventi brevi

CATANIA. "Snellire i lavori del Consiglio e fare risparmiare il Comune". Lanfranco Zappalà con la "sua" commissione Statuto, ora alle prese con l'esame finale della bozza di nuovo regolamento consiliare, s'è fissato un obiettivo che certo di poco conto non è.
A sostenere questa "fatica" anche la presidente Francesca Raciti che nei giorni scorsi aveva definito una "priorità assoluta del 2014" l'approvazione di quell'atto, "perché l'attuale regolamento è ormai obsoleto". E' ottimista Zappalà, al suo bis nella presidenza della commissione Statuto: "Entro un mese e mezzo possiamo farcela, noi consegneremo la bozza entro venti giorni e abbiamo invitato tutti i colleghi alle nostre riunioni, in modo da potere giungere al voto su un testo largamente condiviso".
Tra le novità "risparmiose", la durata dell'intervallo nel caso (molto frequente) di sospensione per mancanza di numero legale: "Un'esagerazione aspettare un'ora, meglio allora ridurre a 10 minuti il tempo di attesa", esclama l'esponente del Pd, ormai un veterano di Palazzo degli Elefanti con i suoi cinque lustri di esperienza. Zappalà, inoltre, sottolinea: "Per tagliare i costi, vogliamo prevedere che le sedute possano avere inizio solo quando in Aula è presente il numero legale dei consiglieri. Oggi, anche se sono in pochissimi, l'assemblea comincia. Poi, magari, deve essere subito interrotta". Un'altra mini-rivoluzione è costituita dalla limitazione di "diritto di parola" e tempi di intervento: "Ricordo che, una decina di anni fa, io parlai 3 ore e 35 minuti sul bilancio. Un tetto va introdotto per semplificare e accelerare i lavori, come d'altronde avviene in Parlamento. Inoltre, sarà accresciuto il peso dei capigruppo consentendo che soltanto loro o un loro delegato prenda la parola per dichiarazione di voto".
Un cambiamento molto caro alla presidente Raciti, come allo stesso Zappalà, è l'introduzione del "question time" sulla scorta di quanto avviene già alle Camere: "Vogliamo potere esporre le nostre interrogazioni all'assessore competente e avere risposta in Aula, anche per poter dire se siamo soddisfatti o meno". E ancora: "Sarà eletto un rappresentante dei residenti extracomunitari. Istituiremo, inoltre, un albo dei consiglieri ad honorem, quelli con maggiore anzianità, perché possano prendere parte ai nostri lavori con il loro carico di esperienza, ovviamente senza gettone, né diritto di voto". Lanfranco Zappalà, infine, propone di salvaguardare i gruppi che siano espressione di partiti rappresentati all'Ars e alle Camere: "Assurdo che, se un consigliere cambia e gli altri restano in due, debba sparire da Palazzo degli Elefanti una formazione politica presente nel Paese".
Ma non ci sarà spazio per i "monogruppi", che rappresentarono a lungo una macchia per il Consiglio provinciale: "No, questo mai!", assicura il presidente di commissione.

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