BIANCAVILLA. Sembra di essere ritornati alla fine degli anni ’80, quando Biancavilla faceva parte del «triangolo della morte» — con Paternò e Adrano — e gli omicidi di mafia erano all'ordine del giorno, con inermi cittadini costretti a vivere nel terrore.
Paure che i biancavillesi stanno rivivendo in questi giorni in seguito a due omicidi in rapida successione. Nel primo agguato, avvenuto lunedì sera in via Fallica, è caduto Agatino Bivona. Il secondo è stato fatale a Nicola Gioco, 22 anni a luglio, ammazzato in via Pistoia, in pieno centro storico, alle 19.40 di mercoledi sera. Per gli inquirenti l'omicidio di Gioco potrebbe essere la risposta all'assassinio di Bivona, esponente di spicco del clan Toscano Mazzaglia. Potrebbe trattarsi, quindi, di una faida tutta interna allo stesso clan per affermare la leadership di una parte di un gruppo nei confronti dell'altro, dopo gli arresti eccellenti e gli omicidi di Giuseppe Mazzaglia nell'aprile del 2011, di Roberto Ciadamidaro nel Natale del 2012 e di Alfredo Maglia, assassinato ad Adrano nell'ottobre del 2013. Un vuoto di potere raccontato un anno addietro dal pentito Santo La Causa che, nel corso del processo «Iblis», rivelò il tentativo di riorganizzare il clan Santapaola in provincia. «Individuammo i capigruppo — sostenne il pentito — uno a Paternò, uno a Adrano, uno a Ramacca, a Bronte, Castel di Iudica e Palagonia. Biancavilla rimase sotto osservazione perché non c'erano persone, essendo tutte in carcere».
L'omicidio di Maglia potrebbe essere la chiave di lettura per spiegare l'improvvisa escalation criminale, con quest'ultimo che avrebbe provato a stringere, visto il legale sentimentale di Maglia con una donna della famiglia Santangelo, clan di Adrano, un accordo per controllare i traffici illeciti di Biancavilla. Una intesa che non sarebbe stata accettata dal resto del clan Toscano-Mazzaglia. Ed proprio in questa battaglia potrebbe inquadrarsi l'omicidio di Nicola Gioco, nipote di Alfredo Maglia, assassinato lo scorso 28 ottobre. Il ventiduenne biancavillese, il quale ha alle spalle precedenti di polizia giudiziaria per rissa e guida senza patente, è stato assassinato intorno alle 19.40, mentre sulla sua Mercedes Classe A, si immetteva da piazza Sant'Orsola per via Pistoia, il cui tratto iniziale è stretto ed obbliga le auto a proseguire a veloci moderata. Ed è proprio in quel momento che un killer è entrato in azione. Il sicario, armato di pistola, probabilmente una 7.65, piazzatosi da lato guida di Gioco, ha sparato contro quest'ultimo almeno sette colpi di pistola. Due proiettili hanno raggiunto Gioco al viso, uno al torace, un altro al fianco, uno al braccio, mentre due proiettili si sono conficcati nel montante dell'auto. Il giovane a bordo dell'auto ha tentato la fuga per un centinaio di metri, ma le ferite troppo profonde hanno provocato la morte del giovane con l'auto che è andata a sbattere contro un'altra. Sul posto per le indagini, coordinate dal sostituto Antonino Fanara,i carabinieri della compagnia di Paternò e quelli del Comando provinciale, i quali per tutta la notte hanno interrogato parenti e amici di Gioco. La salma del giovane è stata portata al Garibaldi , dove il medico legale Cataldo Ruffino effettuerà nelle prossime ore l'autopsia.
Dopo i fatti di sangue delle ultime 48 ore il sindaco Pippo Glorioso chiede un intervento urgente da parte del Prefetto: «Sento il dovere di manifestare tutta la mia preoccupazione e un particolare sentimento di allarme. L'escalation criminale e la conseguente emergenza sicurezza mi impongono di chiedere un intervento forte e incisivo da parte dello Stato. Pur riconoscendo l'importante lavoro compiuto dalle Forze dell'Ordine presenti in Città, ritengo improcrastinabile una seria attività di controllo e prevenzione nel territorio ai fini di un pronto ripristino della legalità e di stop alla violenza».
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