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Acireale, due devoti travolti dal fercolo Storico «manigliere» perde due dita

Anche l’altra persona coinvolta nell’incidente è stata ricoverata in ospedale. L’uomo ha battuto violentemente il capo a terra. I medici gli hanno riscontrato un trauma facciale. Non è grave

ACIREALE. Verso le 10,30, piove a dirotto, su Acireale, e durante la solenne concelebrazione in onore di San Sebastiano, sale l'ansia tra i devoti del santo compatrono della città. Con la pioggia, infatti, inevitabilmente la processione che porterà il fercolo con l'effigie di San Sebastiano a girare praticamente tutta la città, dovrà giocoforza essere rinviata, alla domenica successiva, come impone la prassi. Ma alle 11, quando il Santo si deve affacciare sul sagrato della Basilica per il fervorino, ha già smesso di piovere, anzi, è anche uscito uno spicchio di sole. Ad allarmare don Carmelo Sciuto, amministratore della Basilica, sono però le condizioni del basolato lavico, ancora viscido di pioggia. Il timore è che procedendo alla tradizionale uscita come da rituale (uscita di corsa dalla chiesa, corsa fino alla prima sosta, davanti alla ex caserma della Polizia Municipale) si corra il rischio che qualcuno possa scivolare e farsi male. Così il sacerdote chiede ai devoti di procedere con cautela. E i devoti, si adeguano. L'uscita avviene con prudenza, a velocità controllata: il fercolo scende dallo scivolo in legno che gli consente di superare gli scalini che dalla basilica scendono verso la piazza, sbanda, si raddrizza. Fin qui tutto bene, tanto che i devoti già stanno sospirando per lo scampato pericolo, quando i timori, tutti, prendono corpo, improvvisamente, inaspettatamente. La «vara» di San Sebastiano si è già rimessa in asse con via Ruggero Settimo, pronta a procedere verso piazza Duomo, quando il basolato bagnato tradisce due devoti. I due scivolano e cadono. Uno sbatte la faccia, se la caverà con un trauma cranico facciale. Va peggio all'altro: si chiama Rosario Silvani, è lo storico manigliere, uno di quelli sempre in prima fila, tanto che già lo scorso anno cadfe, ma senza conseguenze, alla fine della processione, al rientro della «vara» in parrocchia. È sfortunato, Rosario. Cade a terra alle spalle delle ruote su cui viaggia il fercolo: i suoi compagni se ne accorgono, e fanno fermare la «vara». Che, però, rincula, spinta indietro dal suo stesso peso. E la ruota va a schiacciare la mano destra di Rosario. Scattano i soccorsi, tempestivi: il primo dei due devoti viene ricoverato all'ospedale di Acireale, per l'altro serve una corsa in ambulanza, che corre verso il Cannizzaro, dove c'è un reparto di chirurgia plastica dove, si spera, si possa salvare l'integrità della mano del devoto. Ma quando il ferito arriva all'ospedale, i medici non possono che constatare come ormai due dita della mano destra siano ormai irrecuperabili. Nel frattempo, la festa procede, come consuetudine, con le consuete «tappe» previste dalla tradizione: la salita di San Biagio, la sosta alla stazione col saluto del treno, i «fuochi» in viale Regina Margherita, il rientro in Basilica. Ma, almeno per quest'anno, è una dal retrogusto amaro.

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