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Micron di Catania, lavoratori in sciopero a Torrazze Lettere di «esubero» spedite dall’azienda

CATANIA. Organizzate da Cgil, Cisl, Uil e Ugl e da Fiom, Fim, Uilm e Uglm di Catania, cominciano oggi in tutta Italia le iniziative di lotta da parte dei lavoratori della Micron – che oltre a quella di Catania ha centri di produzione anche in Lombardia, Abruzzo e Campania - per manifestare pubblicamente la rabbia e la delusione di fronte all’annuncio dei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico dei 420 licenziamenti su scala nazionale. 128 quelli che interessano il sito di Catania dove allo stato attuale lavorano 324 dipendenti. L’appuntamento è per 8.30 di stamani, alla zona industriale, con un presidio davanti al Modulo M6 per le prime otto ore di sciopero decise dall’assemblea riunitasi ieri in azienda. Si prosegue venerdì, con altre otto ore: dopo l’iniziale presidio, dalle 7 alle 10, i lavoratori in corteo muoveranno verso lo stabilimento StMicroelectronics, “luogo-simbolo” della vertenza Micron, indicata fra le maggiori responsabili del caso: Micron, infatti, vede la luce nel 2010 dopo le operazioni di scorporo del ramo memorie di StM transitato temporaneamente per Numonyx. “Un’operazione scellerata” a detta di lavoratori e sindacati che ha consentito alla multinazionale statunitense di Boise, la Micron, di acquisire in questi tre anni tutto il patrimonio di know-how, brevetti e clienti dell’azienda e adesso abbandonare il campo. “Fermiamo il saccheggio del nostro Paese! - recita un volantino distribuito ieri in assemblea - aiutaci a mantenere il sogno di tanti catanesi che nell'Etna Valley hanno visto e potranno vedere una importante opportunità di lavoro”. Alla delusione dei lavoratori, si unisce la rabbia di chi sa che Micron non ha i conti in rosso e, di recente, ha visto risalire le quotazioni azionarie.
Intanto, con una comunicazione ufficiale agli organi competenti ministeriali e territoriali delle quattro regioni è stata avviata ieri la procedura di mobilità per 419 dipendenti addetti nei siti di Agrate e Vimercate (MB), Arzano (NA), Avezzano (AQ) e Catania. Alla base degli esuberi, secondo la società – rimasta, dicono, “l’unica compagnia occidentale che opera nel settore delle memorie a semiconduttore” - sarebbe l’elevatissimo livello di competizione nel mercato che, unito alla recessione mondiale, ha comportato uno spostamento della capacità produttiva verso aree geografiche a basso costo o vicine agli utenti finali, che sono l’Asia e gli USA. Della vertenza Micron – il MISE tornerà a occuparsene a Roma il 28 gennaio – si sta interessando il sindaco Bianco che ha annunciato interventi a tutti i livelli e chiesto un vertice a Palazzo degli Elefanti. Silenzio totale dal Governo Crocetta, pure assente al vertice di Roma dove invece erano presenti delegati delle altre regioni coinvolte.

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