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Linguaglossa, imprenditore minaccia il suicidio dentro la sua azienda vinicola

CATANIA. È stata interrotta, dopo un confronto con i carabinieri di Catania, la protesta contro la mancata applicazione di un'ordinanza del Cga che gli riconosce un risarcimento danni dell'imprenditore Rosario Puglia, che si era chiuso nella sua azienda vinicola di Linguaglossa, la "Don Saro", con accanto una bombola di gas e delle taniche di benzina. La zona è stata bonificata dai vigili del fuoco. «L'ordinanza del 30 settembre 2013 - ha spiegato l'avvocato Marco Perna, legale dell'imprenditore - assegna una provvisionale a Rosario Puglia, ma la somma non è stata ancora corrisposta per un ricorso fatto a dicembre dal commissario antiracket che è stato oltretutto respinto».


In passato Puglia, che ha denunciato di essere vittima del racket delle estorsioni, ha presentato esposti alle forze dell'ordine per episodi intimidatori subìti come il ritrovamento di una testa mozzata di un agnello e di un coniglio morto e di viti danneggiate nelle sue campagna. L'imprenditore ha attuato anche lo sciopero della fame per oltre un mese, per protestare contro il mancato riconoscimento di vittima del racket.

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