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Piano commerciale a Catania, stop agli ipermercati

Alla stretta finale l’esame della proposta di delibera. Nelle prossime settimane saranno invitati i rappresentanti delle organizzazioni di categoria per un confronto sul merito

CATANIA. «La città ha già perso troppo tempo senza Piano commerciale». Per Ludovico Balsamo, presidente della Sesta commissione e consigliere comunale di Articolo 4, serve un’accelerazione nell’esame del «Puc». Lo prevede una legge regionale del ’99, ma sta prendendo corpo solo adesso. Tutti d’accordo con Balsamo gli altri componenti della commissione, che s’è riunita ieri: «È stata unanimente ravvisata — afferma l’esponente di maggioranza — la necessità del Piano Urbanistico Commerciale per la realizzazione di una rete distributiva che, tra l’altro, renda compatibili gli insediamenti commerciali sul territorio con esigenze di mobilità, riduzione del traffico lotta all’inquinamento e riqualificazione del tessuto urbano». Prossima mossa, l’invito di tutte le organizzazioni di categoria «per un contributo consapevole a un Piano che risponda alle esigenze dei cittadini».


La commissione Commercio ricorda i principi-guida del «Puc», sottolineando come debba «assicurare la migliore produttività e qualità del servizio al consumatore» e, inoltre, «preservare il centro storico e favorire gli insediamenti commerciali destinati al recupero delle piccole e medie imprese già operanti sul territorio». Per Catania, comunque, serve qualcosa in più: «Bisogna tenere in considerazione — spiega Balsamo — che lo sviluppo commerciale non può essere ovunque lo stesso. La zona sud, ad esempio, ha vissuto negli ultimi decenni la nascita delle grandi strutture di vendita. Questi centri commerciali, però, sono ciascuno un mondo a sè. Si deve invertire la tendenza con il mantenimento di un’elevata concentrazione di esercizi nei centri storici, anche se ovviamente ciò sconta pure gli elevati costi d’insediamento imposti dal mercato. Noi, comunque, vogliamo dire basta agli ipermercati fissando a 2 mila 500 metri quadrati di superficie il limite massimo per la nascita di nuovi esercizi».


Il presidente della «Sesta», infine, aggiunge: «Il Piano va collegato con le scelte urbanistiche e, comunque, riteniamo fondamentale dare una destinazione commerciale ad ogni singola zona senza aspettare il Piano regolatore». Ancora: «Si punterà sulla riqualificazione urbana del territorio anche individuando centri polifunzionali, pubblici e privati, che eroghino servizi oltre a essere punti vendita commerciali. Anche così, peraltro, pensiamo al recupero di San Berillo vecchio, prevedendone una specifica destinazione d’uso proprio nel Puc».

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