PATERNO'. Ammonta a poco più di un milione e ottocinquantamila euro il credito che l'Azienda municipalizzata acquedotto, che vede nelle vesti di socio anche il Comune di Paternò, vanta nei confronti dei cittadini morosi, che si allacciano abusivamente alla rete o non pagano le bollette che vengono loro recapitate. Si tratta di un grosso problema che Comune e Cda dell'Ama presieduto da Giuseppe Rapisarda, intendono affrontare con energia, adottando, se del caso, anche soluzioni di ampio respiro, come ad esempio la rateizzazione del debito e la trasformazione della tariffazione, che presto passerà dall'attuale criterio del minimo impegnato, ad una tariffa basata sull'effettivo consumo. "E' un principio utilizzato in tutta Italia - dice il sindaco Mauro Mangano - che ha il pregio di sensibilizzare l'utente ad un consumo più oculato delle risorse idriche. Con il nuovo sistema i cittadini percepiranno con più chiarezza il legame diretto fra l'acqua che si consuma e l'acqua che si paga". Il passaggio dal minimo impegnato alla tariffazione a consumo, non comporterà, tuttavia, aumenti significativi. "L'importo globale delle tariffe sarà lo stesso, poiché l'azienda deve incassare alla fine la stessa somma, quindi non ci sarà un aumento generale delle tariffe, ma ci sarà qualcuno che pagherà di più e qualcuno di meno, in proporzione a quanto consuma. Per evitare che il sistema penalizzi le famiglie numerose, inseriremo una sorta di piccolo costo fisso, per le strutture fisiche che servono ad ogni utenza, che pagheranno tutti".
In queste prime settimane il Cd dell’Ama ha posto particolare attenzione alla questione legata alle esposizioni debitorie dell'azienda nei confronti degli istituti bancari e dei fornitori. "Obiettivo del nuovo consiglio d'amministrazione - dice il presidente Giuseppe Rapisarda - sarà quello di ridurre sensibilmente, nel più breve tempo possibile, tali passività. Le azioni individuate riguardano la riduzione dei costi operativi, e il recupero delle morosità che rischiano andare fuori controllo".