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Farmaceutica, a Catania la Sifi mette in mobilità trentotto dipendenti

Per i 76 ricercatori di Myrmex si negozia già la cassa integrazione: il 7 febbraio incontro all’ufficio provinciale del lavoro. Giuseppe D’Aquila: «Purtroppo la ricerca locale è il tallone d’Achille del settore»

CATANIA. Con l’annuncio della procedura di mobilità per 38 lavoratori della Sifi, la storica azienda oftalmica con sede ad Aci Sant’Antonio (quasi 80 anni di attività e circa 300 dipendenti), esplode la vertenza della farmaceutica nella provincia etnea. La notizia è solo una breve sul sito della Filctem Cgil territoriale (chimica, tessile, energia e manifatture), ma si accoda alle altre del comparto (Myrmex e Pfizer) e getta ombre lunghe su un settore, quello chimico-farmaceutico, che al pari di quello della micro e nanotecnologia è stato per anni il fiore all’occhiello dell’Etna Valley, sinonimo di stabilimenti industriali di altissimo profilo, laboratori di ricerca all’avanguardia e produzioni di eccellenza legate a doppio filo alla costante attività di ricerca dell’Università etnea. Tremila gli addetti del comparto etneo, un migliaio l’indotto, cui si aggiungono le centinaia di informatori medico–scientifici sparsi su tutto il territorio nazionale.


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