CATANIA. Una sua foto segnata con diverse croci, minacce alla sua persona e un proiettile. È l'inquietante contenuto della lettera indirizzata al sindaco di Catania, Enzo Bianco, che era stata intercettata il 28 gennaio scorso durante un controllo ai raggi x nel centro meccanografico delle poste di Pantano d'Arci. Il contenuto della busta, regolarmente affrancata e senza mittente, spedita dal capoluogo etneo, è stato reso noto oggi e nel pomeriggio si è riunito in prefettura il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta e delegato le indagini alla Polizia postale e alla Scientifica.
Bianco dice di essere «sereno» e commenta con una battuta: «Le pallottole è meglio riceverle per posta. Fanno un pò meno male». Ma è risoluto nel suo proposito di continuare sulla strada della legalità. «Vado avanti. A Catania - dice - non sono solo. C'è una squadra dello Stato di prim'ordine. Se qualcuno pensa di intimidirmi, sappia che continueremo sereni a combattere ogni tipo di illegalità». Il primo cittadino di Catania sottolinea, rivolgendosi anche a chi gli inviato la busta, che «per avere sviluppo e lavoro, lo dico a tutti, anche a costoro, Catania ha bisogno di legalità». Bianco non è intimorito dalle minacce. «Continueremo - dice - a costituirci parte civile in tutti i processi per mafia, a demolire le costruzioni abusive, a denunciare corruzioni pesanti nel settore dei rifiuti, a combattere ogni tipo di abusivismo non di necessità ma braccio operativo delle organizzazioni criminali, a mettere ordine nel settore dei condoni edilizi, a colpire l'intreccio fra affarismo e criminalità, a rendere irrespirabile l'aria a chi vuole impedire a Catania di riprendere la via dello sviluppo nella legalità».
Molti sono gli attestati di solidarietà e vicinanza arrivati a Bianco: dal ministro Giampiero D'Alia al responsabile nazionale organizzazione del Pd Luca Lotti, che ha parlato di «vili intimidazioni», a Piero Fassino e dai vertici dell'associazione dei comuni italiani. L'auspicio di tutti è che «si faccia piena luce sulla vicenda, nella certezza che tutto ciò non intralcerà l'azione amministrativa del primo cittadino di Catania». Messaggi di solidarietà sono giunti anche dai sindacati, dalla Confcommercio di Catania e dalle associazioni Addiopizzo e Libera.
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