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Mafia, faida tra clan a Catania: un ergastolo per omicidio

CATANIA. Il Gup di Catania ha condannato  all'ergastolo Luciano Musumeci, 43 anni, per l'uccisione di  Giambattista Motta, 44 anni, assassinato il 3 giugno 2007 con  diversi colpi di pistola nello storico rione San Cristoforo. La  decisione è stata emessa col rito abbreviato, su conforme  richiesta della Procura.   A svelare movente e esecutori del delitto sono stati diversi  pentiti di Cosa nostra, e in particolare il boss collaborante  Santo La Causa. Secondo l'accusa, Motta, affiliato alla cosca  Mazzei, sarebbe stato assassinato nell'ambito di una faida tra  clan rivali da Luciano Musumeci.


Per il delitto erano indagati  anche il boss Angelo Santapaola, ai tempi reggente dell'omonima  'famiglià, e il suo luogotenente Nicola Sedici, ma i cadaveri  di quest'ultimi due furono trovati, il 30 settembre 2007,  carbonizzati nelle campagne di Ramacca, assassinati nell'ambito  di una 'pulizia internà a Cosa nostra.  Per l'omicidio il 17 ottobre del 2012, la squadra mobile  della Questura di Catania ha notificato un provvedimento  restrittivo a Motta nel carcere dove era già detenuto trova  detenuto per scontare una condanna, a 8 anni e 8 mesi di  reclusione, per l'attentato compiuto nel 2007 al cantiere di  Andrea Vecchio, poi diventato assessore regionale della giunta  Lombardo, in via della Concordia a Catania, con le fiamme  appiccate a un escavatore, per convincere l'imprenditore  antiracket a pagare il 'pizzò. 

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