CATANIA. Un ispettore capo di Polizia in servizio nella questura di Catania è stato arrestato dai carabinieri insieme con altre cinque persone, accusate di estorsione aggravata in concorso e lesioni personali nei confronti dei clienti dell'autonoleggio che gestiva - anche se formalmente intestato al padre -, ai quali con minacce, avrebbe chiesto di pagare più del pattuito. Il reato sarebbe stato commesso utilizzando il metodo mafioso.
L'uomo deve rispondere anche di accesso abusivo a sistema informatico. Secondo le indagini avrebbe controllato sui terminali della polizia i profili delle potenziali vittime. Gli vengono contestati due episodi. Gli investigatori hanno reso note solamente le iniziali dell'ispettore capo, A.M.G., ch era in servizio nell'ufficio prevenzione generale soccorso pubblico della questura. Alcune delle minacce sarebbero culminate in lesioni nei confronti delle vittime. L'indagine è partita dopo le denunce di due clienti della ditta, la «S.M. Rent a Car».
I militari hanno eseguito nei confronti degli arrestati una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Procura di Catania. Tra di essi Carmelo Lo Giudice, detenuto nel carcere di San Cataldo, zio paterno di Sebastiano Lo Giudice, ritenuto dagli investigatori responsabile del clan Cappello-Carateddi, e Attilio Bellia, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, armi ed evasione come appartenente al clan mafioso Santapaola. Il primo avrebbe commesso i reati in occasione di un permesso premio di tre giorni. Il secondo mentre era agli arresti domiciliari.
Gli altri arrestati sono Denis Lo Giudice, Carmelo Simone Tabita e Riccardo Pusillico. Gli ultimi due erano dipendenti della ditta di noleggio e avrebbero spalleggiato l'ispettore nelle minacce ai clienti che non volevano pagare.
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