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Catania, ex ambulante punta il dito contro quattro vigili urbani

CATANIA. Sono tornati in aula, ieri, i quattro vigili urbani del Comune di Catania accusati, a vario titolo, di concussione, omissione di atti d'ufficio, abuso d'ufficio e falsità ideologica in atto pubblico. Si tratta degli agenti di Polizia locale Santo Calderone, Giovanni Gemmellaro, Aldo Midolo e Gaetano Villa. Ad essere ascoltato, dal collegio giudicante della Terza sezione penale del Tribunale, presieduto da Rosa Anna Castagnola, a latere Giancarlo Cascino e Anna Maria Cristaldi, è stato il titolare della bancarella di abbigliamento oggetto di sequestrato nel 2009, nei pressi della "fera o luni", al centro della vicenda processuale.
Il giovane abulante, che dopo gli tali episodi ha cambiato mestiere, ha raccontato la sua versione dei fatti. Al tempo era un ambulante che pagava il suolo pubblico, aveva una licenza commerciale e lavorava in un angolo di via Cosentino, così come assegnato dal Comune. "Il 26 giugno 2009 - ha detto - non ero sul luogo. Avevo chiesto ad un rivenditore vicino, di origine bengalese, con il quale collaboravo, di potermi sostituire. In mattinata, si sarebbero dovute saldare delle fatture e ho lasciato circa 1.750 euro nella cassetta dei soldi. A metà giornata mi ha chiamato al telefono. Era spaventato. Mi diceva che i vigili urbani erano venuti e avevano portato via tutta la bancarella. Non ne volevano sapere di vedere la licenza e i documenti".
Il ragazzo che già nel 2008 aveva subito un simile sequestro da Calderone e Gemmellaro, nel pomeriggio insieme ad un legale, ha riferito di essere andato al comando. Niente da fare, però. Dopo alcuni giorni, l'1 luglio 2009, la storia si è ripetuta. A quel punto ha deciso di rivolgersi alla Guardia di Finanza. "Il 9 luglio - ha proseguito - siamo stati chiamati. In quell'occasione ho incontrato Midolo. Al deposito del Comune ho riconosciuto della merce e mi è stata riconsegnata. Si è trattato, però, solo di una parte. Nella cassetta dei soldi, poi, c'erano solo 63 euro". L'avvocato Enrico Trantino, che difende Gaetano Villa, ha chiesto al teste, del contatto avuto con il suo assistito. Il giovane ha risposto che "Villa, quando siamo andati al deposito, ha fatto da intermediario. E' stato gentile". Il processo adesso proseguirà il 15 maggio. Per quella data verranno ascoltati altri 3 testi del Pm. UMTR

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