Catania

Martedì 26 Novembre 2024

Paternò, i palazzi da costruire in area agricola Il sindaco: la giunta ha agito con correttezza

PATERNO'. «Forse alcuni professionisti di questa città non sono abituati a certi metodi moderni di amministrare la cosa pubblica e di interfacciarsi con i privati cittadini, cosa che noi facciamo senza pregiudizi o ostilità, nel rispetto delle prerogative di ciascuno». Il sindaco Mauro Mangano non ci sta e risponde alle critiche piovute dall’associazione degli architetti (Archibla) e dalla Giga, l'associazione che raggruppa ingegneri, geometrie geologi, all’indomani della approvazione da parte della giunta, di una delibera che permetterebbe ad un imprenditore del settore immobiliare di realizzare palazzine in una zona definita agricola nel Prg cittadino. Delibera che riguarda il quartiere Ardizzone, in particolare nella zona compresa via Mongibello e via Feudo Stella. «Il comune ha messo a disposizione - prosegue Mangano - la competenza dei propri funzionari per sottoporre il piano integrato, presentato dal Gruppo Immobiliare Italiano, ad un esame preliminare, dal quale è emerso come la prima proposta, risalente al giugno 2013, non fosse compatibile con le indicazioni del Prg. In questo modo si è semplicemente evitato che un privato cittadino andasse incontro a delle spese inutili per presentare un progetto che già di per sé non poteva essere approvato. Questo non significa ovviamente che noi abbiamo dato il via libera al piano stesso. Infatti come giunta - evidenzia Mangano - abbiamo semplicemente formalizzato il fatto che un privato ci avesse sottoposto questa idea, rimandando al consiglio comunale il compito di dare un parere preliminare. La giunta si è dunque comportata con enorme correttezza». Mangano passa al contrattacco criticando il silenzio delle associazioni che racchiudono i professionisti, rei di aver taciuto “sullo scempio che è stato fatto nei decenni scorsi e che ci ha lasciato in eredità milioni di euro di debiti per espropri mai fatti in zona Ardizzone ed un quartiere, Scala Vecchia, privo dei servizi essenziali”.

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