CATANIA. Io sono cattolica, ma sul Registro delle Unioni civili voterò sì». Elena Adriana Ragusa, presidente della commissione consiliare Pari opportunità, ha lavorato a lungo in questi mesi sul regolamento che oggi approderà nell’Aula di Palazzo degli Elefanti. Per lei, esponente del gruppo “Con Bianco per Catania”, la questione è di natura etica – «non possiamo negare diritti e servizi a tanti cittadini, non importa se omo o eterosessuali» – ancor prima che politica: «Ma non mi permetto di esprimere giudizi sulla posizione contraria espressa dal collega Daniele Bottino (capogruppo del Megafono, ndr)», precisa la rappresentante del centrosinistra.
Psicoterapeuta, Elena Ragusa spiega: «La nostra società deve adeguarsi, Catania ha le credenziali per essere una città aperta alle esigenze di tutti. Nel rispetto e nella tutela del diritto di tutti. Migliorando le possibilità socio-economiche di individui e coppie, inoltre, si interviene sulle cause del disagio. E questo vale soprattutto adesso, in un tempo di crisi». «Sia chiaro – prosegue la presidente della dodicesima commissione – che la delibera non intacca né il diritto di famiglia, né l’istituzione familiare. Noi, d’altronde, non siamo legislatori. Vogliamo, invece, affermare un principio di apertura con il quale la nona città d’Italia si allinea su posizioni già assunte da altri comuni. Questo, ovviamente, vuole rappresentare uno stimolo al Parlamento perché intervenga su una realtà di fatto che è diversa rispetto a cent’anni fa».
A chi si oppone al Registro, obiettando tra l’altro che «non ci si può prendere e lasciare per raccomandata», la consigliera del gruppo “Con Bianco” replica: «Rispetto le affermazioni di tutti, ma non vanno posti ostacoli alla volontà di due persone che intendono stare insieme. Ai componenti di una coppia di fatto, insomma, non possono essere negate le opportunità che spettano agli altri. E non vanno neppure dimenticati i figli di queste coppie. Mi pare riduttivo parlare del nostro regolamento rimarcando solo che basta una raccomandata per unirsi, un’altra per lasciarsi. Così, non si capisce l’essenza vera del Registro. Non bisogna, poi, dimenticare i sentimenti che stanno dietro quella comunicazione. Ad esempio, il tormento e la sofferenza di chi scrive per segnalare la fine di una convivenza».
Malgrado tutto, al di là dei giudizi favorevoli espressi dalla commissione Pari opportunità come da altre, la delibera della giunta Bianco divide la maggioranza e l’intera assemblea. Anche nel centrodestra, come ha annunciato nei giorni scorsi il capogruppo di Forza Italia Manlio Messina, si fa largo l’idea di lasciare “libertà di coscienza” ai singoli consiglieri. Elena Ragusa commenta: «È un fatto di coscienza garantire il diritto di tutti, anche e soprattutto delle minoranza. Ciò rappresenta un elemento fondamentale del programma del sindaco Enzo Bianco. A mio avviso, quindi, va da sé che il regolamento vada approvato. Sulle motivazioni di chi è contrario, comunque, non posso dire nulla. Capisco che la delibera presta il fianco a molte argomentazioni». Non v’è solo il Registro delle Unioni civili, comunque, nell’elenco delle «cose fatte e da fare» della commissione Pari opportunità: «Ci stiamo molto occupando delle persone più debole e abbandonate. Ad esempio, martedì abbiamo fatto un sopralluogo nel dormitorio della Caritas tra via Vittorio Emanuele e via Plebiscito ma siamo stati costretti a prendere atto che è chiuso. Adesso, vedremo di capire perché non è aperto e se esistono le condizioni per riaprirlo».