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“Uso improprio dei telefonini di servizio”: 3 nuovi indagati al Comune di Giarre

GIARRE. Non c’è pace al Comune di Giarre sotto l’aspetto giudiziario che investe la passata gestione amministrativa. A conclusione dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Riposto sui telefonini di servizio dell’Ente comunale, in queste ore stanno per giungere ai destinatari tre nuovi avvisi di garanzia (la notifica è ancora in corso) al dirigente della IV Area Servizi tecnici del Comune di Giarre, Venerando Russo, a Serena Cantale ex capo di gabinetto del sindaco pro tempore Teresa Sodano e all’agente di polizia municipale, Giuseppe Trischitta. Secondo l’accusa tutti e tre sarebbero colpevoli del reato di peculato. Fece il giro di tutti i mass media nazionali la vicenda dell’utilizzo improprio dei telefonini di servizio in dotazione ad alcuni dipendenti e funzionari dell’Ente, nel marzo del 2013. Ad innescare la miccia furono delle dichiarazioni fatte nel corso dell’attività ispettiva in una seduta del Consiglio comunale nel febbraio di un anno, proprio alla vigilia delle elezioni amministrative. I finanzieri della Compagnia di Riposto, nel massimo riserbo acquisirono tutti i tabulati e avviarono approfondite indagini che inizialmente si erano concentrate su alcune fatturazioni sospette relative al quarto bimestre del 2012, dalle quali emergevano importi esosi relativi ad utenze telefoniche di servizio in uso al Comune di Giarre. Consumi costituiti da centinaia di ore di conversazione e con importi apprezzabili indirizzati a chiromanti, linee hot e perfino giochi online. Concluse le indagini, la Procura della Repubblica di Catania, tramite il Pubblico ministero Barbara Tiziana Laudani, si è appreso che gli importi originari sarebbero scesi notevolmente perchè erano stati contabilizzati servizi telefonici non contrattualizzati. I controlli del periodo 30 aprile 2012 - 28 febbraio 2013, avrebbero comunque fatto emergere  che i funzionari comunali e l’agente di polizia municipale, avrebbero effettuato telefonate (anche in orario notturno) e inviato numerosi sms – non per ragione di servizio e con un presunto danno a carico della pubblica amministrazione – per complessivi 4311 euro. Si tratta di telefonate fatte a familiari, amici, imprese, dirigenti comunali, capi servizio per un numero cospicuo di ore.  I tre indagati che, non hanno ancora materialmente ricevuto l’informazione di garanzia, hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti e depositare la documentazione relativa ad investigazioni del difensore.

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