TRECASTAGNI. «A seguito di ulteriori recenti considerazioni, si concede il nulla osta per i dispositivi di telesorveglianza, nell'attuazione di regole certe, anche il mantenimento dei buoni rapporti tra gli enti». Così, dopo oltre sei mesi, l'Arcidiocesi ha annullato il divieto sull'attivazione dei ripetitori - del resto già installati in estate con l'autorizzazione del parroco Rosario Currò - della videosorveglianza sul campanile della Chiesa Madre intitolata a San Nicola di Bari.
Il sindaco Giovanni Barbagallo, che a giorni si insedierà al Parlamento europeo (era primo dei non eletti del Pd): «Ringrazio il vicario generale monsignore Agatino Caruso, il parroco monsignore Saro Currò e soprattutto l’arcivescovo Salvatore Gristina. Non ho mai avuto dubbi sulla sensibilità della Chiesa sull’argomento sicurezza. L'impegno per il bene comune è strettamente connesso».
Il blocco del sistema di videosorveglianza da parte dell'Arcidiocesi era avvenuto subito dopo l'entrata in campo del Comitato contro le antenne, con tanto di pagina su Facebook e raccolta di firme, sorto fra i parrocchiani della Matrice. Ad assumere il ruolo di don Peppone etneo è toccato, suo malgrado, al sindaco Giovanni Barbagallo, cattolico praticante, che, aveva ottenuto il sostegno all'unanimità del Consiglio comunale.
La «battaglia» è stata caratterizzata da un corposo carteggio fra il primo cittadino e la Curia etnea, contemporaneamente segnata da alcuni episodi che, sicuramente, avranno esortato la Curia allo sblocco della videosorveglianza. Infatti, furti e atti vandalici si sono ripetuti sotto le telecamere "cieche" o in prossimità di esse.
Fra tutti, un assalto notturno al bancomat di una banca in prossimità del Municipio e il furto di alcune telecamere della stessa videosorveglianza installate davanti alla Matrice e alla Chiesa di Sant’Antonino. Vandalizzata, invece, parte della scalinata artistica della chiesa Madre, grave atto che ha avuto il «pregio» di evidenziare come la videosorveglianza «cieca» non tutela anche la stessa Matrice (per l'area della scalinata, che nelle ore serali e notturne è una sorta di «zona franca» per giovani e giovanissimi, loro ritrovo abituale).
Molti cittadini hanno accolto con entusiasmo la soluzione, certi che la videosorveglianza non eliminerà la microcriminalità, ma, sicuramente, è rappresenta un ottimo deterrente e un mezzo certo per individuare eventuali malfattori. Sicuramente, nessuno tenterà più di rubare, a Trecastagni, nella centralissima piazza Marconi, il Monumento ai caduti. OVA.