Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Catania, bancario accusato di usura «Nei suoi conti il peccato originale»

CATANIA. È stato un racconto assai preciso, dettagliato, ricco di particolari quello che ieri, davanti al collegio giudicante della terza sezione penale del Tribunale, presieduto da Maria Pia Urso, a latere Santino Mirabella e Dorotea Catena, ha fatto il luogotenente della Guardia di finanza, Fabrizio Altamore, ascoltato come teste dell'accusa nel processo contro Domenico Sava, impiegato di banca, al quale è stato contestato il reato di usura.
Al procedimento si è arrivati in seguito alla segnalazione che è stata fatta da un negoziante, che dopo anni di silenziosi pagamenti ha detto basta e ha denunciato. Parte civile nel processo, insieme alla vittima che è rappresentata dall'avvocato Enzo Guarnera, è anche l'Associazione Antiracket Antiusura Etnea.
Rispondendo alle domande del Pm, Agata Consoli, Altamore ha descritto alcuni passaggi chiave delle indagini che le Fiamme gialle hanno condotto su Domenico Sava. Tre conti correnti, in istituti bancari diversi, 5 depositi a risparmio e operazioni su titoli sono i principali elementi del patrimonio finanziario esaminato, per un "totale di 689 mila euro - ha dichiarato il luogotenente - un saldo ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Altri accertamenti hanno fatto ritenere fondato da motivo l'esposto per usura, che risultava provato dalle circostanze". E poi un numero cospicuo di assegni incassati che rafforzano la tesi dell'accusa. "L'elenco è solo un campione. C'è stata una consulenza dato che gli assegni sono un numero elevatissimo. Noi abbiamo considerato solo quelli superiori ad una certa somma". E dagli atti risulta che il commerciante, per onorare ai suoi debiti montati da cospicui interessi, girava anche le cifre che riscuoteva dai suoi clienti. Alla base dei movimenti di denaro, tra Sava e la sua vittima, non sono state invece trovate altre giustificazioni. "Sava - ha detto Altamore - non è risultato essere un cliente del negoziante. Il contatto tra i due è avvenuto perché il commerciante aveva il conto corrente nella banca dove lavora" l'imputato.
Durante la prossima udienza, fissata per il 18 giugno, ad essere ascoltata sarà una consulente del pubblico ministero. Si tratta della commercialista Maria Luisa Barrera.
UM. TR.

Caricamento commenti

Commenta la notizia