CATANIA. Nel procedimento che si sta celebrando davanti al gup Maria Paola Cosentino, per la realizzazione della metropolitana di Catania, ieri è stata la volta dell'ingegnere Salvatore Fiore, direttore dei lavori per la Circumetnea, coinvolto nella vicenda giudiziaria insieme ad altre 11 persone. Le accuse, che dai magistrati vengono contestate a vario titolo, sono di truffa, frode, corruzione e falso. Alla base il possibile uso di cemento depotenziato nella costruzione dell'importante infrastruttura che collegherà diversi punti della città.
L'intervento di Fiore, piuttosto contenuto nella durata ma ricco di particolari tecnici, in riferimento alle contestazioni sollevate, ha concentrato la sua attenzione su tre aspetti. Il primo è stato quello del calcestruzzo utilizzato. "I consulenti del Pm - ha dichiarato Fiore - dicono che il calcestruzzo utilizzato è di qualità inferiore, quelli dell'impresa, invece, affermano che è superiore. Dalle analisi che ho condotto ho fatto il calcolo di quanti metri cubi sono stati utilizzati e quantificato cosa possa significare avere utilizzato una quantità inferiore. Ho calcolato anche il ribasso d'asta per il valore".
Un altro aspetto evidenziato è stato quello dello spessore delle gallerie, "sempre maggiore e sono state fatte le relazioni. Ci sono metri cubi di calcestruzzo in più". Anche sulle impermeabilizzazioni, secondo Fiore, "ogni volta venivano contati i sacchi utilizzati e rilevate le quantità maggiori rispetto a quelle previste nel contratto".
Numeri, quelli citati in aula, che non hanno convinto i Pm Antonio Fanara e Agata Santonocito considerato che "si tratta di valori medi - ha precisato Fanara - e infatti noi abbiamo valori più bassi ma anche più elevati. Dipende dai tratti analizzati. Per verificare la sicurezza delle gallerie, occorre considerare anche i punti critici". E il ricordo è andato subito alla voragine che, anni addietro, si è aperta in un tratto della circonvallazione, in un'area sovrastante il tunnel della metropolitana nella zona di Nesima.
Duro scontro, poi, tra accusa e difesa su un aspetto procedurale. Fanara si è opposto alla richiesta di incidente probatorio avanzata dall'avvocato che difende Santo Campione, amministratore della Sigenco. Per il magistrato "l'incidente probatorio non può comportare lo slittamento dell'udienza preliminare, dato che quest'ultima per la Cassazione ha il compito di verificare i presupposti per il rinvio a giudizio. La perizia potrebbe durare anche un anno e non è necessaria per la decisione che deve prendere questo giudice. Bisognerebbe, poi, considerare che certi posti delle gallerie non sono oggi raggiungibili".
Ci sono anche altri interrogativi che il Pm lancia: "Come si sono svolte le gare? Come sono stati eseguiti i lavori?" Ad occuparsi, poi, di una eventuale perizia, ha precisato Fanara: "Dovrà essere un collegio e non solo un perito. Magari si potrà arrivare a contattare esperti all'estero. Comunque, potranno emergere aspetti anche per un eventuale futuro dibattimento".
Il Gup, sulle richieste avanzate, si è riservato di decidere e ha fissato la prossima udienza a metà maggio.