CATANIA. "Sessantacinque dei 419 esuberi alla Micron rimarranno nei loro siti di appartenenza; 40 sono da ricollocare in altri siti italiani, con conseguente spostamento di sede; otto saranno ricollocati in Germania e altre 60 posizioni sarebbero disponibili sempre all'estero". Sono i dati, resi noti dal segretario generale della Fim Cisl catanese Piero Nicastro, al termine del primo dei due incontri previsti nel Ministero del Lavoro per la procedura dei licenziamenti Micron, nel quale é stato comunicato una riduzione del numero degli esuberi ma sono emersi "molti punti di attrito tra l'azienda e le organizzazioni sindacali".
"L'azienda - ha aggiunto Nicastro - ribadisce l'incentivo all'esodo di 18 mensilità, che riteniamo del tutto insufficienti considerato che l'azienda non è affatto in crisi, e conferma la propria volontà a focalizzare la presenza nei Paesi asiatici". Rimarrebbero, complessivamente, 300 esuberi considerate le 60 unità estere a cui si riferisce l'azienda, che non sono per niente scontate. "È inaccettabile - ha proseguito il segretario dei metalmeccanici Cisl etnei - che un'azienda non in crisi continui a fare queste proposte se poi dice di voler giungere a un'intesa. È inevitabile l'impegno di tutti, del governo nazionale e delle istituzioni tutte. Non è possibile assistere allo scempio di un settore strategico quale è la microelettronica. Serve l'intervento del Presidente del
Consiglio che individui scelte precise per il settore stesso".
"Occorre chiamare in causa anche Stm, che deve farsi carico di queste professionalità per dare nuovo slancio alla propria strategia sul mercato dei semiconduttori - ha concluso il sindacalista - e pensare di aggredire la crisi con nuovi progetti di sviluppo, utilizzando le risorse comunitarie già disponibili".
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