CATANIA. Intorno alle 21 di mercoledì sera, sono scesi dalle impalcature i quattro netturbini del cantiere di Aci Sant'Antonio che si erano arrampicati sul ponteggio della chiesa madre del paese, in ristrutturazione, lamentando i quattro mesi di ritardo dei loro stipendi: alla disperazione è infatti subentrata la rassegnazione. L'incontro tenutosi mercoledì pomeriggio in Prefettura, tra GeoAmbiente e i sindaci di Aci Sant'Antonio, Valverde e Acicatena, tutti i centri colpiti dalla crisi gestionale della ditta, non ha infatti dato gli esiti sperati. Tutt'altro. Il commissario che cura gli interessi di GeoAmbiente punta infatti solo a salvaguardare l'azienda ed evitarne il fallimento: ha adoperato i soldi, erogati dai tre comuni per pagare i netturbini, per saldare, invece, i debiti con i fornitori. Peggio ancora, GeoAmbiente negli ultimi mesi non ha neanche pagato agli istituti di credito il quinto dello stipendio dei netturbini che avevano ottenuto un prestito, inguaiandoli anche in quella direzione, visto che i creditori non potranno che cercare di rivalersi sui lavoratori stessi. UN SERVIZIO NELL'EDIZIONE DI CATANIA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA.