CATANIA. Il presidente dell'Ufficio del giudice delle indagini preliminari del Tribunale etneo ha diramato il provvedimento che rende pienamente operativa l'applicazione della misura degli arresti domiciliari con il controllo elettronico, il cosiddetto braccialetto elettronico.
Il presidente Nunzio Sarpietro dà «atto dell'orientamento di politica di contrasto al crimine del legislatore che è indirizzata all'utilizzo del carcere come extrema ratio, dando, dove possibile, la preferenza agli arresti domiciliari, che potrebbero diventare la misura cautelare da preferire in prima battuta dai giudici, risultando, invece, quasi subordinata l'applicazione della misura del carcere».
Con questo tipo di misura dovrebbero lasciare gli istituti di detenzione diversi indagati o imputati per reati di vario genere, decongestionando in maniera significativa le strutture carcerarie. Il braccialetto elettronico, a regime, è stimato comporterà un risparmio di 60-70 milioni di euro l'anno, facendo anche diminuire l’impiego delle forze dell'ordine nei controlli dei detenuti domiciliari.
Un primo passo verso la decongestione della Casa circondariale di «Catania Piazza Lanza» è venuto con l’assunzione dell’incarico di procuratore capo da parte di Giovanni Salvi, il quale se da un lato ha ottenuto concreti risultati sotto il profilo della vivibilità carceraria, sino a quache hanno fa inimmaginabile (come la ristrutturazione dell’istituto carcerario e allestimento di un centro cura al «Cannizzaro), dall’altro ha posto il argine per essere ridotto al minimo il cosidetto fenomeno delle «porte girevoli», grazie alla collaborazione del Tribunale, ma si è liberato lo stesso Ufficio del Gip da incombenze non utili , ottenendo il duplice benefico effetto che è quello di portare in carcere solo chi ci deve restare e le persone arrestate sono giudicate in tempi certi.