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S. Maria di Licodia: trancia cavi elettrici ed è folgorato

SANTA MARIA DI LICODIA. Disteso a terra, lungo la Provinciale 85, la vecchia arteria che collega Paternò ad Adrano, non dava segni di vita. Luigi Mazzaglia presentava le mani e le braccia nere, come se fosse rimasto folgorato. Non indossava le scarpe. La macabra scoperta è avvenuta poco dopo le 6,30, in contrada Mandorlito, a Santa Maria di Licodia, comune dove l’uomo era nato trentacinque anni fa.
A rinvenire il cadavere e a dare l’allarme ai carabinieri della Compagnia di Paternò, sul posto con il Nucleo operativo e radiomobile e quelli della Stazione di Santa Maria di Licodia, un agricoltore di passaggio. L’equipe medica del «118» fatta intervenire non ha potuto fare altro che constare l’avvenuto decesso dell’uomo.
Sulle indagini degli investigatori dell’Arma, coordinate dal sostituto procuratore Alessia Minnicò, c’è riserbo. L’ipotesi che in questa fase si prospetta è che Luigi Mazzaglia sia rimasto vittima di un incidente mentre si adoperava con altri complici a rubare cavi di rame dell’alta tensione. Pare che i carabinieri abbiano anche individuato la zona non lontana dove stava per essere commesso il furto. Presi dal panico i complici della vittima l’hanno caricata sul loro veicolo per abbandonare il cadavere in una zona distante allo scopo di sviare i sospetti.
Tale ipotesi sarebbe stato confermata dal medico legale Giuseppe ragazzi a conclusione della ispezione cadaverica. La salma è stata all'obitorio dell'ospedale «Garibaldi» di Piazza Santa Maria del Gesù a Catania, dove nelle prossime ore dovrebbe lo stesso medico legale effettuerà l'autopsia. O. C.

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