Catania

Sabato 05 Ottobre 2024

Ramacca, fondo agricolo diventa una discarica

RAMACCA. Doveva essere la prima udienza del processo che si celebra davanti al collegio della Seconda sezione penale del Tribunale, presieduto da Ignazia Barbarino, a latere Roberto Camilleri e Giuseppina Montuori. Invece un difetto di notifica ha fatto saltare tutto. Il processo è quello che riguarda Alessandro e Giuseppe Monaco, rispettivamente rappresentanti della Bar Bis Engeneering e Ofelia Ambiente, Nello Russo e Troja Umberto, funzionari della Provincia regionale etena; Ambrogio Bonaventura, della Gidaserv e Orazio Spadaro, titolare di una ditta di trasporto rifiuti, imputati, a vario titolo, per gestione di rifiuti pericolosi, abuso d'ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.
Secondo gli inquirenti negli impianti "distinti ma contigui", situati a Santa Venerina, venivano ricevuti dalla Ofelia Ambiente "rifiuti pericolosi per essere sottoposti ad attività di vagliatura o ai trattamenti non autorizzati per poi essere smaltititi illegittimamente nel sito della Bar Bis Engeneering o nei terreni agricoli a Ramacca, di proprietà di Celestina Musumeci", madre dei Monaco. L'area, nella patria siciliana dei carciofi, situata tra il fiume Gornalunga e una coltivazione di ortaggi, è stata acquistata dalla Musumeci prima di essere ceduta, con un contratto di affitto di fondo rustico, a Giuseppe Monaco. E proprio dal ritrovamento, da parte della Guardia di finanza, di rifiuti su questo terreno sono iniziate le indagini che hanno condotto a prendere sotto esame anche l'impianto vicino ad Acireale. Circa 50 cittadini, nel 2007, avevano lamentato odori tremendi e uno strano via vai di camion. Nell'impianto, avviato per conglomerati per l'edilizia, arrivavano pure "i fanghi di perforazione prelevati dai siti di produzione della Enimed" per poi, "previa emissione di nuovi formulari dalla Ofelia, venire recapitati presso la sede della Bar Bis Engeneering". Un percorso, quindi, a tappe sui quali l'attenzione della Procura, con il pm Alessandra Chiavegatti, si è concentrata. In particolare modo sui trattamenti per l'assorbimento degli idrocarburi, che si presume essere avvenuto con l'utilizzo di carta o panni assorbenti, allo smaltimento delle acque, con il conferimento alla Sidra.
La prossima udienza è stata fissata per l'8 luglio mentre per l'apertura del dibattimento i giudici hanno già detto che bisognerà aspettare ottobre. (*umtr*)

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