CATANIA. In controtendenza rispetto allo scenario nazionale, il traffico merci del porto di Catania, dal 2013 al primo trimestre di quest'anno, registra dati significativi oltre che incoraggianti: + 43,59% è l'incremento relativo alla movimentazione container, che con 18.619 unità posiziona lo scalo del capoluogo etneo quale primo terminal in Sicilia per volume di traffico.
«Il porto - ha sottolineato Diego D'Urso del dipartimento Ingegneria industriale dell'università di Catania - deve essere pensato non soltanto come infrastruttura, ma come opportunità sostenibile per potenziare i sistemi distributivi, il tessuto industriale e la distribuzione urbana».
«Parte tutto dal concetto di estensione, che dà anche il nome al nostro percorso di approfondimento - ha affermato Emanuele Marocchi direttore di Est, promotore dell'iniziativa - in termini d'integrazione, potenziamento, incremento non solo economico, ma sociale e culturale di una città a partire dal suo scalo, centro nevralgico di distribuzione e termometro economico del reale potenziale commerciale. Catania non ha esaurito il suo scopo, è pronta a nuove sfide, nuovi varchi come la Darsena non potranno che essere da stimolo per un ulteriore sviluppo».
«Oggi più che mai dobbiamo fare rete e ragionare attraverso una visione più ampia - ha concluso il commissario straordinario dell'Autorità portuale, Giuseppe Alati - si è già parlato della volontà del ministro relativa al riordino del comparto ed entro fine anno potrebbe già esserci una nuova geografia portuale. Ben venga il confronto e il trasferimento di conoscenza, per far convergere gli interessi del territorio attraverso una governance aperta alle esigenze dei comparti produttivi e dei portatori d'interesse».
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