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Catania, negativo il saldo fra nuove e vecchie imprese

CATANIA. A Catania e provincia, nel primo trimestre 2014, il saldo fra le nuove imprese e quelle che hanno cessato l’attività è negativo. Lo dice Unioncamere: nel periodo che va da gennaio a marzo del 2014, infatti, si è registrata l’iscrizione di 1.872 nuove imprese (24 in meno rispetto al 2013) e la cessazione di 2.395 imprese (2 in meno rispetto a marzo 2013), con un saldo negativo per 523 unità contro le 501 precedenti. Il dato è stato analizzato da Confesercenti Catania che pure sottolinea come “il primo trimestre dell’anno consegni tradizionalmente un bilancio negativo poiché riflette l’accumularsi di cessazioni contabilizzate a gennaio ma riferibili in realtà agli ultimi giorni dell’anno precedente, cosicché i registri camerali rilevano queste chiusure con il bilancio del primo trimestre”. L’analisi di Unioncamere prosegue con gli altri settori produttivi: nel commercio (31.425 imprese attive) il saldo negativo è di 416 imprese; nell’artigianato (17.544 imprese attive) il saldo negativo è di 386 imprese ( 201 in più rispetto al 2013 ); nell'industria (con 6.538 imprese attive) il saldo negativo è di 105; l'agricoltura (con 14.507 imprese attive) è a meno 172 imprese; il turismo (4.102 imprese attive) a meno 73 imprese (12 in più rispetto al 2013 ); nell’edilizia (9.978 attive) saldo negativo di 239 imprese.
“Per uscire definitivamente dalla crisi dei consumi – dice Salvo Politino, direttore Confesercenti Catania - bisogna fare di più, in primo luogo occorre una profonda svolta fiscale. La riduzione Irpef è un passo positivo ma occorre evitare che il bonus del Governo venga vanificato dall’ingorgo fiscale che attende a maggio e giugno gli italiani”. Politino analizza infine anche i dati Istat sui consumi delle famiglie: secondo l’Istituto di Statistica, infatti, migliora il clima generale di fiducia tanto nella grande distribuzione quanto in quella tradizionale. “L’andamento delle vendite – spiega - conferma che le famiglie hanno aumentato l’acquisto di prodotti a prezzi più bassi. La crisi del mercato interno dà segnali di attenuazione, ma non è di certo finita e soprattutto continua il grande disagio dei piccoli negozi, che va ridotto se non vogliamo che prosegua l’emorragia di chiusure e di posti di lavoro persi. Le piccole superfici a febbraio hanno riportato il 23esimo calo tendenziale consecutivo delle vendite. Eppure gli indicatori di fiducia Istat hanno registrato ad aprile un balzo positivo: riemerge dunque una fiducia che non va delusa, e per tale motivo Confesercenti chiede che si intervenga per ridurre la pressione fiscale. Nel frattempo insistiamo sulla opportunità di includere lavoratori autonomi e pensionati nella platea dei beneficiari degli sgravi Irpef con l’obiettivo di rilanciare la fiducia, i consumi, la ripresa”.

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