GIARRE. Tre uomini e due donne sono stati arrestati da carabinieri di Giarre nell'ambito dell'operazione "Gold and wine" che ha sgominato una banda dedita a furti e truffe. I provvedimenti restrittivi, richiesti dalla Procura di Catania, due in carcere e tre ai domiciliari, sono stati eseguiti a Giarre, Aci Catena, Aci Castello, Aci Sant'Antonio e Martina Franca (Taranto). I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, furto, truffa, falso e ricettazione.
Gli arrestati sono Michele Beninato, di 26, e Domenico Viscuso, di 32, che sono stati
rinchiusi in carcere, ed Aurelio Michele Giuffrida, di 34, Laura Leonardi, di 32 e Maria Grazia Licciardello, di 27, che sono stati posti ai domiciliari. Beninato è stato arrestato in una comunità alloggio in Puglia. Le indagini sono durate circa due mesi.
Gli arrestati sono accusati di una serie di truffe e furti ai danni di vari esercizi commerciali tra Giarre ed Acireale. Viscuso, Leonardi, Beninato e Licciardello si sarebbero presentati il 30 gennaio scorso in un ristorante di Sant'Alfio e dopo aver pranzato avrebbero pagato con un assegno che faceva parte di un carnet rubato l'estate scorsa ad Aci Castello intestandolo ad una fantomatica «De Maria Rosa». Approfittando, inoltre, di un momento di distrazione dei camerieri si sarebbero impossessati di bottiglie di vino pregiato. Viscuso e Giuffrida la notte del successivo 2 febbraio sarebbero ritornati nello stesso ristorante, dal quale, dopo aver forzato una finestra, avrebbero portato via un televisore da 50 pollici.
All'identificazione della banda del furto i militari sono giunti visionando le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del ristorante e durante una perquisizione
effettuata in casa di Viscuso, Leonardi e Licciardello hanno recuperato parte della refurtiva, tra cui il televisore, ed il carnet di assegni dal quale mancavano quasi tutti i titoli, che sarebbero stati usati compiere altre truffe e raggiri. Dall'analisi delle intestazioni del carnet i militari di Sant'Alfio hanno notato che il gruppetto aveva acquistato da due gioiellerie di Aci Sant'Antonio monili per un valore di oltre 2.000 euro che poi erano stati rivenduti ad un 'compro oro di Catanià.
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