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Metropolitana a Catania, il pm: "Lavori fatti male"

CATANIA. L'uso di cemento depotenziato e la scarsa impermeabilizzazione delle gallerie. Sono queste le principali criticità rilevate dalla Procura ed evidenziate dal pm Antonino Fanara, ieri, durante la requisitoria nel procedimento che si sta celebrando davanti al gup Maria Paola Cosentino sulla realizzazione della metropolitana a Catania. Le accuse delle quale rispondono, a vario titolo, i dieci indagati sono di falso, truffa, frode in pubblica forniture e corruzione nei confronti degli indagati. Ma la ricostruzione del magistrato ha inquadrato la costruzione dell'opera in un contesto più ampio, richiamando così l'attenzione anche su altri aspetti.
"Dalle indagini - ha detto il Pm - fatte dalla Polizia tributaria ed è emerso che la Ferrovia Circumetnea, cioè l'Ente titolato, era gestito con logiche clientelari che rispecchiavano lo spoil system. Ad ogni cambio di governo, cambiavano i vertici aziendali, venivano assunti alcuni dipendenti". Ed è stato a questo punto che il Antonino Fanara ha fatto esplicito riferimento ad una serie di intercettazioni telefoniche tra esponenti di spicco del centrodestra siciliano e catanese con alcuni dei soggetti coinvolti in questa vicenda giudiziaria; i politici del centrodestra erano particolarmente interessati quando si trattava di individuare i commissari della Fce o allontanare chi poteva dare fastidio, ha detto fra l’altro il rappresentante dell’accusa.
Tre le tratte, del percorso della metropolitana in città, esaminate anche se gli illeciti contestati si riferiscono soltanto alla Giovanni XXIII - Stesicoro e alla Borgo - Nesima. Per il segmento Galatea - Giovanni XXIII, Fanara si è limitato a ricordare le problematiche emerse per le fondamenta di un edificio e per il collettore fognario. Tutto venne superato con "una variante - ha proseguito - fatta dallo studio dell'ingegnere Lunardi che poi diventerà ministro".

Sui percorsi incriminati, gli inquirenti hanno rilevato l'impiego di cemento depotenziato. "Il progetto presentato - ha detto il magistrato - non valuta le condizioni sismiche della città. Ci sono intercettazioni anche sul cemento. In alcuni punti esaminati, il cemento depotenziato è la metà e non possiamo vedere cosa c'è sotto". L'altra nota preoccupante esposta da Fanara riguarda l'impermeabilizzazione. "Non è stata prevista - ha continuato - la presenza di un fiume. Hanno dovuto lavorare con delle pompe per tirare fuori l'acqua. In caso di cedimenti, il livello dell'acqua potrebbe arrivare ad essere superiore ad una persona". Ed ecco ritornare gli uomini di fiducia della politica. "Nella commissione di collaudo - ha concluso - sono state nominate persone che fanno riferimento allo spoil system". Per tutte queste ragioni, il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio per Santo Campione, Roberto De Pietro, Tuccio D'Urso, Salvatore Fiore, Salvatore Forzese, Salvatore Innocente, Antonino Milazzotto, Elena Molinaro, Antonio Patanè e Rosario Randazzo. Nell’udienza di ieri, il gup Maria Paola Cosentino ha rigettato la richiesta di perizia, che era stata avanzata da alcuni avvocati della difesa nell'udienza precedente, perché "inopportuna, in questa fase procedimentale che diversamente comporterebbe una sospensione del dibattimento superiore a 60 giorni". Con riferimento, poi, alle responsabilità civili l'avvocato Domenico Maimone, che rappresenta il ministero dei Trasporti, parte civile nel procedimento, ha rinunciato alla presenza in giudizio del fallimento Sigenco riservandosi di chiamare a rispondere direttamente l'impresa se la revoca del fallimento, recentemente disposta, dovesse diventare definitiva.

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