Catania

Lunedì 25 Novembre 2024

Catania, via ai lavori per demolire l’ex colonia della Playa

CATANIA.  «Oggi restituiamo un'area identitaria per Catania alla città e soprattutto alle generazioni future». Lo ha detto l'assessore regionale per il Territorio e l'Ambiente Mariarita Sgarlata, che stamane nella Playa di Catania ha dato il via ai lavori di demolizione dell'ex colonia del Collegio Maria Ausiliatrice, costituita da otto edifici, per una cubatura complessiva di 10.000 metri cubi. L'intervento, portato avanti insieme al Comune, rientra in un progetto complessivo di decementificazione del litorale etneo avviato dall'Ufficio del Demanio Marittimo insieme al Genio Civile a alla Soprintendenza ai Beni culturali. Lo slogan dell'azione, ribadito dallo stesso assessore è «via gli ecomostri dalla Playa».    «Sia da parte mia che della giunta regionale - ha detto Sgarlata - ci sono grande attenzione e sensibilità per le tematiche ambientali. Per questa ragione abbiamo ripreso con il Demanio Marittimo quel patto territoriale che era rimasto interrotto per oltre un decennio. Voglio anche sottolineare che l'intervento sarà a costo zero per la Regione perchè è la società concessionaria che sosterrà tutte le spese». «Dobbiamo guardare diversamente al nostro paesaggio, che nei decenni scorsi - ha aggiunto Sgarlata - è stato al centro di uno smodato e ingiustificato consumo del suolo. Se riusciamo a provvedere all'abbattimento delle strutture più invasive possiamo gettare le basi per quello sviluppo sostenibile di cui ha bisogno il territorio. Credo che il modello al quale dovremmo ispirarci è quello dell'Andalusia, che è ricca di ecosistemi unici, per la cui realizzazione sono stati previste, in alcuni casi, grandi opere di demolizione del cemento preesistente». «Sono convinta - ha concluso - ci siano le condizioni per concepire questo nuovo modello di sviluppo perchè anche la mentalità della gente sta cambiando e leggo nelle richieste dei sindaci un nuovo senso di responsabilità nei confronti del paesaggio quale motore primo della nostra economia».

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