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Uil, Mattone lascia dopo 18 anni e va a Roma

CATANIA. In una sala dominata da simboli e sigle di tutte le organizzazioni di categoria e delle strutture di servizio si è aperto ieri a Catania il sedicesimo congresso della Uil di Catania che si concluderà oggi con l’elezione del nuovo vertice – Angelo Mattone dopo 18 anni rinuncia a ricandidarsi – e della sua segreteria territoriale. Insieme ai 290 delegati al congresso, erano Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto nazionale, il segretario regionale Claudio Barone e i segretari nazionali di Uil Fpl e Uil Pari Opportunità Giovanni Torluccio e Maria Pia Mannino. Un congresso, quello della Uil di Catania, che ha voluto mandare un segnale forte di solidarietà e comunità d’intenti anche con il contributo di tre capi spirituali: il sacerdote salesiano don Paolo Buttiglieri, l’imam della moschea di Catania Abu Touq Mufid e il pastore evangelico Salvatore Rapisarda. A riunirli, lo slogan della Uil di Catania, «Una sola razza: l’umanità». Sostenuto dai numeri – ben 43mila iscritti in tutta la provincia etnea – Mattone ha ricordato come ”la Uil di Catania sia cresciuta in qualità e quantità puntando con coerenza sulla propria autorevolezza e sulla capacità di stare tra i cittadini, sapendo offrire soluzioni”. Nel ribadire la richiesta di lavoro dignitoso e minori tasse, Mattone, più volte interrotto dagli applausi di ospiti e congressisti, ha voluto ricordare la manifestazione di novembre contro la Legge di Stabilità. E ha aggiunto “non aumentare il potere d’acquisto di lavoratori dipendenti e pensionati, ostinarsi a non tagliare i costi della malapolitica e della malaburocrazia per destinare risorse allo sviluppo significa uccidere il Paese che produce e crea occupazione”. Barbagallo, da parte sua è convinto che “da Catania, che un tempo chiamavano Milano del Sud, può e deve ripartire la crescita in Sicilia e in Italia”. E ha annunciato che Mattone è stato “convocato” a Roma: «Ha lavorato bene e adesso lo vogliamo per altri importanti incarichi nella capitale». E ha aggiunto: «Nell'interesse del Paese, dobbiamo tirare fuori Catania dalla palude in cui l’hanno affossata. Servono investimenti e minori tasse, perché non sia più un’impresa fare impresa in Italia». Il segretario regionale Claudio Barone, infine, crede nel rilancio dell’Etna Valley “esempio virtuoso di ricerca, innovazione, lavoro e sviluppo”. Ca.Gr.

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