CATANIA. C'è il Patto integrato territoriale (Pit) 30, un bando Por Sicilia 2000-2006, pubblicato nel 2004, al centro dell'inchiesta 'Poseidon' della Procura di Catania sfociata nel rinvio a giudizio di sei persone per una presunta truffa all'Ue da 2,6 milioni di euro. Un settimo imputato, Gaetano Leotta, è stato assolto in sede di giudizio abbreviato, ma dalla sentenza sarebbero emerse l'indicazione di responsabilità la cui posizione sarà vagliata dalla magistratura. Per altri due indagati, Stefania Massimino e Antonino Moschetto, l'Ufficio giudiziario, dopo l'interrogatorio di garanzia, ha avanzato richiesta di archiviazione. La precisa la Procura di Catania, con una nota. I rinviati a giudizio davanti al Tribunale per l'udienza del prossimo 7 ottobre, sono Antonino Felice Catara (ex presidente del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia), Laura Gulizia (dipendente del Comune di Aci Castello), Salvatore Li Calzi (imprenditore e consulente d'impresa), Pasquale Maggiore (titolare dell' azienda Mcq di Palermo e ritenuto «mente» di tutto il sistema), Orazio Gaetano Puglisi (ex presidente del Consorzio Catania Ricerche) e Francesco Giovanni Riccioli (titolare di un' azienda e consulente dei progetti). Le indagini sul sostegno del settore della pesca nei Comuni appartenenti al 'Patto delle Acì e in particolare sulla creazione di un marchio di qualità del pescato, sono state delegate alla sezione di Polizia giudiziaria della guardia costiera e dalla capitaneria di porto di Catania. Secondo l'accusa i contributi sarebbero stati ottenuti con «un meccanismo costante di frode che, tra le altre condotte, prevedeva l'affidamento degli incarichi a soggetti privi dei requisiti professionali, la mancata giustificazione documentale delle spese, l'omessa presentazione del Durc al fine di attestare la regolarità contributiva nonchè gli omessi controlli degli Enti capofila sull'avanzamento dei progetti e sulla regolarità della documentazione giustificativa». Le indagini, sottolineano dalla Procura, si sono concluse nell'aprile del 2013 con il deposito della comunicazione di notizia di reato a seguito della quale sono stati iscritti nel registro degli indagati nove persone che hanno avuto notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari in tempi brevissimi, in considerazione della necessità di evitare il decorso dei termini di prescrizione.
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