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Aeroporto Fontanarossa: si punta ad allungare la pista

CATANIA. Decolla l’iniziativa assunta dalla Sac perché lo scalo di Fontanarossa possa ospitare i Boing per i voli intercontinentali ed avere anche un collegamento con la ferrovia, che sino ad oggi non esiste. Regione, Enac, Sac, Ferrovie, Rfi e Circum, dovranno decidere come procedere su allungamento della pista e nodo Catania tra intermodalità e passante ferroviario. Questo lo scopo della riunione operativa convocata dal sindaco Enzo Bianco per lunedì 7 luglio, a Palazzo degli Elefanti, allo scopo di sciogliere al più presto i nodi.
La notizia è emersa nel corso della giornata di studio su: infrastrutture aeroportuali e processi di sviluppo economico, nel corso della quale Enzo Bianco ha parlato in rappresentanza dell’Anci. “Dobbiamo sederci tutti attorno a un tavolo – ha detto il sindaco del capoluogo etneo – e decidere subito cosa fare. Il mancato interramento della linea ferroviaria, attualmente impedisce l’allungamento della pista, da portare dagli attuali 2.600 a 3.200 metri allo scopo di permettere l’atterraggio di aerei di grandi dimensioni, spostamento della stazione Bicocca, collegamento su rotaia tra l’aerostazione e la città, considerando che è stata già scelta, per quanto riguarda la tratta che porta alla stazione Zurria-Acquicella, l'opzione della galleria sotterranea”.
Il 6 dicembre scorso, ossia all’indomani del mancato inserimento dell’aeroporto «Fontanarossa» nell’elenco Core Network Ten-T (Trans European transport network), Enzo Bianco aveva convocato in città un incontro con la deputazione della Sicilia orientale, la Regione, i vertici di Sac e i rappresentanti di sindacati e categorie produttive per una mobilitazione generale, attorno ad una mozione bipartisan da presentare all'Ars, allo scopo di trovare i fondi per rilanciare lo scalo catanese, dove gravitano sette province su nove.
"Un plauso al sindaco di Catania, Enzo Bianco, che ha prontamente recepito lo spirito della lettera aperta della Sac, istituendo per lunedì 7 luglio un tavolo istituzionale per affrontare il tema dei finanziamenti necessari alla crescita di Fontanarossa e delle infrastrutture con cui lo scalo deve necessariamente essere collegato". Lo hanno dichiarato Salvatore Bonura e Giacomo Mancini, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sac, la società di gestione dell'aeroporto di Catania.
L’assessore Nico Torrisi non si tira indietro: «Abbiamo sottoscritto un accordo di programma quadro che prevede 20 milioni per investimenti su Palermo e Trapani - dice - faremo la stessa cosa per le infrastrutture di Catania e Comiso».a
Occorre a questo punto anche incoraggiare gli investimenti dei privati. In questo senso l'Autorità di Regolazione dei Trasporti porta più trasparenza nella determinazione delle tariffe aeroportuali. Le occasioni di business in Italia ci sono, a Catania e a Palermo il traffico sta crescendo e i margini di guadagno per i vettoriinternazionali non mancano. I prossimi anni possono riservare sorprese positive.
Sul discorso della privatizzazione il sindaco Enzo Bianco si dice favorevole a forme di gestione aeroportuale purchè siano più efficienti di quella pubblica. «Il destino in questo settore è la privatizzazione, che non significa una svendita selvaggia». Anche perché le risorse per le infrastrutture si sono ridotte dal 3% all’1,8. E il capo di gabinetto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giacomo Aiello ne ha convenuto.
Sulle prese di posizioni assunte all’indomani della lettera aperta dei vertici Sac, il presidente di Salvatore Bonura e l’amministratore delegato Gaetano Mancini, prendono atto del rinnovato interesse attorno al problema dell’allungamento della pista di «Fontanarossa» e del collegamento fra scalo aereo e ferrovia. «Nel ringraziare anche l'assessore regionale Nico Torrisùi, per l’impegno che sta profondendo a favore dello scalo etneo - ribadiamo come solo con la massima sinergia fra istituzioni e società di gestione delle infrastrutture si possa giungere ad un compiuto sviluppo dei territori, per i quali l'aeroporto di Catania rappresenta senza ombra di dubbio la principale porta d'accesso».
«Nel sistema aeroportuale siciliano non ci sono sovrapposizioni, è un sistema coerente con i due bacini di Palermo e Catania e poi Trapani e Comiso che sono integrati. Occorrono però investimenti. A Catania, ad esempio, c'è la possibilità di allungare la pista di 600 metri e avere così la disponibilità di far arrivare aerei intercontinentali». È quanto ritiene il vicepresidente di Confindustria per l'Education, Ivan Lo Bello. «Lo scalo di ”Fontanarossa” è in crescita - dice ancora - e quest'anno ha registrato 7 milioni di passeggeri con un aumento di volume di circa il 15% ed è il secondo aeroporto regionale. Per allungare l'attuale pista bisogna interrare la ferrovia alle sue spalle ma finora i segnali giunti da Rfi sono stati negativi. Eppure ci sono i fondi comunitari disponibili, i Pon, che però la Sac non può utilizzare perché Catania non ha avuto la possibilità di sfruttarli, a differenza di Palermo. Questi stessi fondi del Pon, però, sono a disposizione di Rfi, che dunque non avrebbe alcun onere nel procedere all'interramento del binario, non metterebbe un euro».
Ivan Lo Bello non si nasconde dietro il fatto che di recente sono emerse alcune criticità e questo ha un effetto dirompente sull'aeroporto catanese. «Non dimentichiamo che ”Fontanarossa” ha un bacino di utenza che include anche Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Messina e un pezzo di Agrigento. Tutti i grandi vettori internazionali vogliono venire ad operare a Catania, ma non ci sono le condizioni per farlo. Ci vuole un pò di buon senso, è una cosa nell'interesse del paese, non della Sac, perché si favorirebbe sviluppo e mobilità».

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