CATANIA. A sollevare il sipario al Teatro Massimo, questa volta, ci ha pensato la Procura distrettuale. In scena, però, non si rappresenta un'opera del Cigno, ma una tragi-comica sceneggiatura che parla di assenteismo, dove gli attori hanno recitato a soggetto sotto l’obiettivo delle candid camere della Guardia di finanza piazzate al «Vincenzo Bellini». Le immagini, mostrano che a non rispettare gli orari di ingresso e uscita dall’ente lirico, così come risultavano dai fogli di presenza, erano in molti, quasi tutti. Un grande danno per le casse dell'ente che la Procura da Giovanni Salvi e dall'aggiunto Michelangelo Patanè, ha fatto emergere con una attentissimo lavoro portato avanti dai pm Alessandro La Rosa e Barbara Tiziana Laudani. Ma gli inquirenti hanno anche rilevato altre irregolarità nell'affidamento di alcuni lavori aggiudicati a marzo e giugno del 2006. Per questi motivi ad essere citati davanti al gup Rosa Alba Recupido 83 indagati, che martedì 8 proseguirà nell’ascolto degli avvocati della difesa per valutare le posizioni del nutrito gruppo dei loro assistiti.
Si tratta di Giuseppe Cavallaro, Riccardo Mangano, Gabriella Ruggeri, Antonio Signorello, Gaetano e Salvatore Tropea, Carmelo Anastasi, Francesco Arena, Francesco Barbera, Giuseppe Catena, Vincenzo Faro, Vincenzo Fazzino, Claudio Firriolo, Santo Guarnera, Giovanni Attardo, Carmelo Moschella, Carmelo Murabito, Antonino Pernice, Paolo Privitera, Gaetano Scarnera, Giuseppe Zappalà, Antonino Alario, Fabio Calogero, Sebastiano Cavallaro, Fortunato Cortese, Roberto Crali, Salvatore Da Campo, Gaetano De Maria, Giovanni Guerrera, Giovanni e Salvatore La Colla, Fortunato Maimone, Vincenzo Merola, Giuseppe Panarello, Claudio Pappalardo, Mario Pulvirenti, Giovanni Spina, Sergio Sturniolo, Santo Arcidiacono, Sebastiano Cacciotto, Massimiliano Chiavaro, Antonino Clarinetto, Giuseppe Condorelli, Mauro Cossu, Giovanni D'Agosta, Alfredo Giudice, Gianfranco Leanza, Riccardo Marchese, Giovanni Margaglia, Paolo Masci, Antonio Maugeri, Paolo Monaco, Angelo Pappalardo, Gaetano Parisi, Alfio Porto, Francesco Romano, Pietro Tropea, Antonino Tudisco, Nunzio Caro, Antonio Benincasa, Nunzio Barbagallo, Gianluca Bonaccorso, Nicola Buda, Gaetana Di Salvo, Giuseppa Giuffrida, Vincenza La Russa, Concetta Marchese Carnazza, Francesco Marletta, Salvatore Motta, Salvatore Muzzio, Barbara Napoli, Paolo Patanè, Carmela Ricceri, Maria Santagati, Alba Scardino, Giancarlo Scavuzzo, Rosario Sciuto, Antonio Scrima, Maria Pia Vadalà e Giuseppe Viglianisi per truffa. Per loro, che sono 80, il pm ha ribadito, durante il primo giorno di udienza preliminare, la richiesta di rinvio a giudizio.
Nello scandalo del teatro «Bellini», per abuso d'ufficio, risultano coinvolti anche altri 3 indagati: il direttore degli allestimenti scenici Arcangelo Mazza e i commissari straordinari Gaetano Pennino e Sergio Gelardi. Per loro il pm Alessandro La Rosa ha rilevato che è sopraggiunta la prescrizione. Via d'uscita dal procedimento, però, che non è piaciuta agli avvocati che assistono Mazza, Pennino e Gelardi che, al Gup hanno chiesto l'assoluzione nel merito per i rispettivi assistiti. L'accusa di abuso d'ufficio è collegata a due casi in cui sarebbe stato procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a due ditte alle quali era stato affidato, con trattativa privata, ad una il servizio di differenziazione, raccolta, trasporto e smaltimento di alcuni materiali e all'altra il trasloco degli allestimenti scenici del teatro.
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