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Falsi sgravi fiscali a Catania, sei arresti per truffa

CATANIA. Promettevano falsi sgravi fiscali e l'annullamento di cartelle esattoriali della Serit, in cambio di somme nettamente inferiori di quelle da pagare. È, secondo l'accusa, la tecnica utilizzata da sei persone, compresi due consulenti finanziari, poste agli arresti domiciliari per truffa, falso e millantato credito dalla guardia di finanza di Catania. La Procura gli contesta 330 episodi per complessivi 3,5 milioni di tasse non pagate e un illecito profitto di oltre 700mila euro. Le indagini dell'operazione 'Clenear' sono state avviate dalla guardia di finanza di Catania dopo la denuncia di alcuni imprenditori catanesi ai quali è stato proposto l'annullamento di cartelle esattoriali in cambio di somme nettamente inferiori rispetto al dovuto, con uno 'sconto' del 60-70% sulla tassa da pagare. Gli accertamenti del nucleo di polizia tributaria, che si sono avvalsi di intercettazioni, hanno fatto emergere quella che, per l'accusa, era "una vera e propria società di fatto nel settore dell'intermediazione e della prestazione di servizi, con una precisa ripartizione di compiti e ruoli". Il servizio principale offerto era la definizione delle proprie posizioni debitorie alla Serit, oggi Società riscossione Sicilia, anche millantando relazioni privilegiate con funzionari e dipendenti dell'Ente di riscossione, in realtà del tutto inesistenti.
Gli indagati agli arresti domiciliari sono i promotori finanziari Livio Sorrentino e Andrea Fischetti, entrambi di 45 anni; i dipendenti di un ente di formazione Maurizio Salvatore Affetta, di 44 e Antonio Zullo, di 57; il grafico pubblicitario Nicola Pappalardo, di 44; e il disoccupato Corrado Alfio Massimo Santonocito, di 47.
Secondo le indagini delle Fiamme gialle, a trovare i clienti, erano Sorrentino e Affetta che riuscivano a individuare i debitori ai quali proporre gli 'sgravi'. Fischetti e Santonocito avrebbero invece avuto il compito di verificare le posizioni dei clienti alla Serit e di commissionare la falsificazione dei documenti a Zullo e Pappalardo. Questi ultimi provvedevano a falsificare le ricevute e le attestazioni di pagamento della Serit, che in codice venivano chiamate 'triglia' o 'sogliola'.
Quando, dopo qualche tempo, ai clienti giungevano nuove richieste di pagamento della "cartella" da parte della Serit i promotori dell'organizzazione si giustificavano parlando di anomalie del sistema informatico della società di riscossione. Le indagini della guardia di finanza sono state coordinate dal pool per i reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Catania.

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