ACIREALE. Tragica fatalità per un fantino ad Acireale. Una scena da film western: il cavallo che si drizza sulle zampe e si scrolla di dosso il suo cavaliere, come in un rodeo. Purtroppo, ad attutire la caduta dello sfortunato uomo non ci sono nè la sabbia nè l’erba alta, ma il duro asfalto di una strada di periferia, ed un muro di cemento, sul quale il fantino ha sbattuto violentemente la testa. È morto così Giovanni Di Martino, 31 anni, di Riposto. È morto lontano da casa, lungo la via Salvatore Quasimodo, il tracciato che collega le frazioni acesi di Pozzillo e Mangano. Una strada abbastanza frequentata e trafficata da quando, poco meno di un paio d’anni fa, è stata aperta al traffico. Un’imprudenza condurre un cavallo su una strada come quella, all'imbrunire. I carabinieri della stazione di Guardia Mangano stanno cercando di ricostruire la dinamica, il perché l’animale si sia imbizzarrito. Tra l’altro, ad avvertire i militari dell’arma, sono stati proprio i residenti delle abitazioni della zona che, ignari di quello che era accaduto, hanno chiamato spaventati dal cavallo imbizzarrito, che sbuffava su e giù per la strada. I soccorsi giunti sul posto hanno tentato in tutti i modi di salvare la vita all'uomo, portandolo d'urgenza all’ospedale di Giarre. Ma giunto nel nosocomio le condizioni di Di Martino sono subito apparse gravissime. L’uomo non ce l’ha fatta: troppo serio il trauma cranico riportato dopo la caduta da cavallo. Nella notte, il suo cuore ha smesso di battere.
C’è sgomento a Riposto, specie tra gli abitanti di via Granata 8,dove vive il padre di Giovanni Di Martino. Ancora una volta la tragedia ha colpito una famiglia ripostese già a lungo provata dal dolore. Amici e parenti, inconsolabili, non riescono a darsi pace, per la morte improvvisa di un giovane tradito dalla sua più grande passione, quella per i cavalli che, negli anni, lo aveva portato a diventare un fantino. Padre di un bimbo di otto anni, Di Martino è stato cresciuto amorevolmente dal padre, dopo la morte della madre, originaria di Torre Archirafi, deceduta durante una seduta odontoiatrica, per uno shock anafilattico, e dalla zia paterna. «Era un ragazzo affettuoso – raccontano in lacrime gli amici, stretti attorno alla inconsolabile compagna dell’uomo –. Nonostante la vita con lui non sia stata generosa, Giovanni ha sempre cercato di darsi da fare. Venditore ambulante, aiutava il padre nella gestione di una panineria a bordo di un camper e, sabato scorso, aveva lavorato sodo a Torre Archirafi».
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