PATERNO'. Scoppia a Paternò il caso delle baby prostitute, attive nel quartiere San Michele: un fatto che in città si conosceva, ma che nessuno, fino ad adesso, aveva denunciato pubblicamente. Si tratterebbe di una decina di ragazzine, con un’età compresa tra i 12 e i 16, che la sera, dalle 23, tra i vicoli del quartiere, il più antico della città, hanno incontri con occasionali clienti: ci si prostituisce per una manciata di euro o per una ricarica telefonica. Alle spalle delle ragazze vi sarebbero famiglie disagiate, che chiuderebbero entrambi gli occhi o che addirittura agevolerebbero tale attività. A denunciare il fenomeno il consigliere comunale Francesco Rinina, il quale giovedì sera sarebbe stato avvicinato da un commerciante della zona, stanco di assistere a scene imbarazzanti e di vivere in uno stato di insicurezza, che gli ha raccontato quanto accade sotto i suoi occhi. Rinina ha comunicato quanto appreso durante la seduta dell’assise civica, ai colleghi: «L’abuso dei minori e lo sfruttamento della prostituzione minorile da parte di adulti va denunciato-ha affermato Rinina- devono lavorare insieme, per la prevenzione, le famiglie, la scuola, le istituzioni pubbliche, la comunità cristiana e ogni organizzazione di volontariato». A confermare il fenomeno delle baby prostitute anche padre Alessandro Ronsisvalle, parroco della chiesa di San Michele: «Purtroppo non è una novità: ne siamo a conoscenza da circa 4 anni - ha spiegato padre Alessandro -L’abbiamo, a suo tempo, denunciato a chi di competenza ma il problema è stato sottovalutato; come parrocchia abbiamo interagito con queste famiglie, ma alle spalle ci sono determinati interessi economici; ci sono famiglie o lobby che ci guadagnano. La nostra è una voce che grida nel deserto. Le baby prostitute inizialmente erano straniere; il fatto poi è stato preso ”ad esempio” e adesso troviamo sulla strada ragazzine paternesi». «Le istituzioni stanno alla larga - prosegue padre Alessandro-; il quartiere viene cercato solo durante le elezioni. Sappiamo di un’abitazione del quartiere dove ”lavorano” due donne e una bambina di 12 anni. Ragazzine sono state costrette ad abortire. Siamo intervenuti e abbiamo evitato che abortisse una bambina di 13 anni: adesso la stiamo aiutando con i nostri mezzi economici». L’allarme viene confermato da Orazio Caruso, capo scout: «Una situazione incresciosa: abbiamo avuto modo di incontrarle perchè hanno l’abitudine di mettersi sulle scalinate della chiesa». O.C.
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