CATANIA. Un anno (poco più) è passato dal flop elettorale del Movimento Cinque Stelle alle Comunali: «E non considero certo un bene il fatto che non sia stato eletto neppure un consigliere dei nostri», esclama Giulia Grillo, parlamentare M5S.
Malgrado tutto, lei non intende restarsene alla finestra in attesa della rivincita: «Abbiamo, intanto, avviato un’iniziativa contro gli affitti d’oro dell’ente locale. Ricordiamo, peraltro, che abbiamo fatto approvare una norma con la quale si consente a un’amministrazione pubblica di recedere da un contratto di locazione, se eccessivamente oneroso. Quindi, non ci sono alibi». Per la deputata - mai come stavolta, visto il cognome, è il caso di dire «grillina» - i fitti sono solo un esempio dei limiti dell'amministrazione Bianco. «La città è rimasta tale e quale. anzi…. Il sindaco s’è unicamente preoccupato di costruire operazioni di facciata, ma non ha inciso sugli argomenti più rilevanti». E ancora: «Leggo che sono 124 le cose fatte in un anno da Bianco e dalla sua giunta. Nulla di concreto. Adesso, chiede ai cittadini di suggerire la prossima iniziativa amministrativa. La centoventicinquesima. Gli diciamo, allora, di preoccuparsi delle questioni che incidono davvero nella vita dei catanesi. Parlo di raccolta differenziata, urbanistica, turismo, porto. O di aeroporto che, peraltro, il sindaco vorrebbe persino privatizzare. Capisco che non è facile fare tutto, ci accontenteremmo anche di una cosa sola».
Giulia Grillo esclama: «Passando da Stancanelli a Bianco, i catanesi speravano in un cambiamento che non c’è stato». L'ex ministro, però, ha vinto al primo turno. «Questo si chiama cappotto», aveva dichiarato Enzo Bianco alla sua prima uscita pubblica. Il Movimento Cinque Stelle con la sua candidata, Lidia Adorno, non era neppure lontanamente riuscito a impensierire l'esponente del centrosinistra: «È stata una batosta - ammette la parlamentare - Noi, comunque, contavamo sull’elezione di qualche consigliere comunale. Considerato il contesto, invece, era praticamente impensabile per noi avere il sindaco a Catania. È, innanzitutto, un problema di presa di coscienza dei cittadini. Altrove c'è stata. Non parlo necessariamente dei Comuni dove noi abbiamo vinto, come Ragusa, ma anche di Messina dove è stato scelto come sindaco Renato Accorinti, che non è un Cinque Stelle».
A impedire la «presa di coscienza», però, sono state anche le divisioni del Movimento in terra d’Etna. Giulia Grillo ridimensiona: «Nei gruppi di lavoro, come i nostri, esistono posizioni personali e quindi divergenze che, poi, si superano. Niente divisioni! Quando è necessario, siamo tutti uniti».
Infine, una battuta sull’Aula di Palazzo degli Elefanti. Dove i «grillini» non hanno trovato spazio: «Ormai si lascia fare tutto alle giunte. Il ruolo del Consiglio, peraltro eletto con le preferenze e quindi direttamente scelto dai cittadini, è invece importantissimo. A Catania, però, deve crescere la trasparenza e ci piacerebbe che la prossima volta, semplicemente con un clic al computer, gli elettori potessero disporre di una scheda su cosa i singoli consiglieri hanno prodotto, sulle loro presenze e partecipazioni alle votazioni. Oggi, sul sito del Comune, questi dati non ci sono. È una questione di trasparenza, ce lo chiede l'Europa».
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