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Biancavilla, c’è il tutor di quartiere per i randagi

BIANCAVILLA. Un tutor nel quartiere, solitamente un volontario residente in zona, per dare acqua, cibo e assistenza 24 su 24, ai cani randagi, non morsicatori, riportati sul territorio dopo la sterilizzazione, come previsto dalla normative vigente in tema di lotta al randagismo. È la nuova figura di volontario, attiva in queste settimane nella città biancavillese.
Un servizio nato dalla collaborazione della Lav, l’associazione a difesa degli animali, con il Comune di Biancavilla. Obiettivo è quello di fronteggiare l’emergenza randagismo sul territorio comunale, tutelando nel contempo sia i randagi, offrendo loro la giusta tutela, sia la popolazione locale.
La problematica è stata affrontata, ieri mattina, nel corso della trasmissione radiofonica «Ditelo a Rgs», in onda dalle 7,30 sulle frequenze di Radio Giornale Sicilia. L'argomento è stato discusso in trasmissione, dopo la segnalazione fatta alla redazione da un cittadino biancavillese. A dialogare con i conduttori, Paola Pizzo e Max Albegiani, l’ispettore capo della polizia municipale di Biancavilla, Barbara Caruso, che nel suo intervento ha sottolineato le difficoltà giornalierie che è costretta ad affrontare, essendo lei da sola, nel corpo della locale polizia municipale, l’unica ad occuparsi della problematica randagismo: obbligata, in pratica, ad operare con pochissime risorse economiche a fronte di decine di casi di randagi che circolano liberamente in città. Fino a qualche giorno fa, questo era l’iter: dopo aver ricevuto segnalazione da un privato, la Caruso interpellava il servizio veterinario dell’Asp per procedere alla cattura, e poi alla consegna dell’animale ad un canile di Adrano.
Adesso è cambiato tutto e in meglio, e i cagnolini possono tornare in libertà, ma accuditi . «Per trovare gli oppurtuni appoggi alla nostra iniziativa- ha spiegato la vigilessa nel corso della trasmissione- abbiamo siglato un convenzione con un rifugio per cani a Zafferana Etnea. Quando la situazione prende dei risvolti difficili da affrontare, ci appoggiamo a medici veterinario privati. Quindi, in base alla legge regionale 15 del 2000- prosegue l’ispettore Caruso- riportiamo sul territorio i cagnolini, classificati non morsicatori, che non costituiscono pericolo per la pubblica incolumità. E li affidiamo a tutor di quartiere, indicati dalla Lav, che seguiranno i cani, impegnandosi a dare loro acqua, cibo e tutto il sostegno necessario. Se il randagio dovesse stare male il tutor ha l’obbligo di avvertire le autorità competenti, ossia la polizia municipale». I cani definiti morsicatori o malati saranno lasciati nei canili o nei rifiugi dove sono stati ricoverati.

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