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Paternò, i «Pro ospedale»: difendere Ostetricia

PATERNO'. Una delegazione del «Comitato per l’ospedale di Paternò» ha incontrato nella sede Asp del capoluogo etneo, il commissario straordinario dell'Asp 3, Rosalia Murè.
Il Comitato aveva richiesto l’incontro per ribadire la richiesta di sblocco dei lavori di messa in sicurezza del nosocomio «Santissimo Salvatore»: lavori partiti e subito fermatisi nell’estate del 2008 a seguito di errori nella progettazione; interventi bloccati dopo solo una settimana dal suo inizio. La Murè ha confermato il suo impegno nell’accertare cosa sia effettivamente successo: «L'incontro con il Commissario Murè è servito a guardarci in faccia e dirci come stanno le cose senza troppi giri di parole o ipocrisie- si legge in una nota diffusa dal comitato pro ospedale-. Lo sblocco dei lavori diventa un fatto prioritario e su questo non intendiamo indietreggiare di un solo millimetro. Nell’incontro è stato ribadito che l’ospedale Santissimo Salvatore è salvo, con la conferma dell’Unità complessa di Chirurgia, dell’Ortopedia e del centro trasfusionale che resterà come Unità semplice: risultato, questo, in buona parte, delle battaglie sostenute dalla gente in questi ultimi mesi. Apprendiamo, invece, che il Punto nascite è destinato a scomparire, anche se resterà il reparto, così come è stato ribadito nell’ultima conferenza dei sindaci alla quale erano presenti anche i primi cittadini di Paternò, Biancavilla e Bronte».
Una doccia fredda per i componenti del comitato che a questo punto chiedono alla politica locale di fare il proprio dovere col compito di difendere un reparto, quello di Ginecologia e Ostetricia, davvero all’avanguardia e che per motivi esclusivamente «politici» e non oggettivi, va verso la chiusura, nonostante sei mesi addietro Lucia Borsellino, assessore regionale alla sanità, e Pippo Digiacomo, presidente commissione sanità all'ARS, incontrano in un Consiglio comunale aperto alla città migliaia di cittadini, ribadendo che prima di prendere ogni decisione avrebbero tenuto conto della reale consistenza e valore del punto nascita paternese.
«Crediamo che, a questo punto, sia arrivato il momento di tirare le somme- conclude il Comitato- e tocca alla politica locale, se ne è in grado, di far valere i diritti dei paternesi. Da parte nostra continueremo la nostra battaglia per il diritto alla salute e nell’interesse esclusivo della persone anche attraverso la costituzione del Tribunale dei diritti del malato, al quale gli instancabili volontari delle associazioni paternesi stanno aderendo ad ogni giorno che passa. Da questo momento tocca alle istituzioni comprendere quanto sono importante le sorti dell'ospedale».
Sulla questione è intervenuto anche il consiglier Turi Fallica il quale, insieme ad un gruppo di colleghi, ha fatto visita al reparto di ginecologia:«In merito alla chiusura del punto nascita dell'ospedale di Paternò, mi chiedo se il sindaco si è avvalso del ruolo e dei poteri previsti dall’articolo 24 del Piano Aziendale dell’Asp 3, che stabilisce che la Conferenza dei sindaci, Paternò è il Comune più grosso, condivida e dia parere su ogni decisione della politica amministrativa dell’ Asp. Vorrei inoltre sapere se Mauro Mangano, se si è avvalso di tale prerogativa, cosa ha ottenuto di meglio per il territorio di Paternò in cambio della chiusura del punto nascita. Se ha ottenuto qualcosa di meglio per la città, lo dica subito in una conferenza stampa e pubblica, in modo da non lasciare alcun dubbio sul suo operato».

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