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Paternò, un referendum su Mangano

PATERNO'. Annunciato l'avvio di un referendum sull'operato del primo cittadino Mauro Mangano, consultazione che dovrebbe tenersi a settembre. I sei consiglieri di opposizione che hanno dato l'ok all’iniziativa sono: Ezio Mannino, Pietro Cirino, Guerrina Buttò, Vito Rau, Marco Tripoli e Roberto Faranda. E spiegano il perché di una azione che mira a dare voce ai cittadini proprio per portare a conoscenza dell'amministrazione il pensiero della città: «Noi rappresentiamo l'opposizione e non cerchiamo poltrone, né vogliamo fare parte di un inciucio o esser stampella del sindaco — ha affermato Vito Rau — D co questo perchè smentisco categoricamente le voci diffuse in città che ci vorrebbero parte integrante di una maggioranza trasversale. Per noi l'esperienza Mangano si chiama passato. Il sindaco e la sua giunta hanno fallito, non hanno portato avanti le promesse fatte in campagna elettorale. Vogliamo liberare la città ridandole dignità». E aggiunge: «Mangano in soli due anni di amministrazione ha ridotto il paese in ginocchio. Non ha più l'appoggio della sua maggioranza. I 18 componenti del centro sinistra non sono altro che 18 Repubbliche di San Marino, autonomi ed indipendenti». «Per questo - conclude Rau - ci sembra opportuno dare voce ai cittadini per esprimere il proprio dissenso verso questa amministrazione che è fallimentare» Sulla stessa lunghezza d'onda il collega Roberto Faranda, il quale si augura che i consiglieri di maggioranza delusi dall'esperienza possano «accodarsi all'iniziativa della minoranza col chiaro obiettivo di scuotere la città». Il consigliere Lucio Cunsolo, dichiaratosi indipendente dal PD, "difende" l'operato della maggioranza e del sindaco: «Penso che con il dialogo si possa arrivare a delle proposte concrete per la città: capisco le posizioni dell'opposizione ma ritengo che il primo cittadino abbia ancora il tempo, rimangono altri tre anni per recuperare e cambiare la città. Ma adesso ci vogliono i fatti che i cittadini si aspettano» Il regolamento sulla indizione del referendum consultivo stabilisce che deve essere proposto da almeno 3.000 persone aventi diritto al voto, con sottoscrizione nell'arco di tre mesi. O.C.

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