CATANIA. Un nastro inaugurale carico di ironia e polemica è stato «tagliato» ieri mattina dagli esponenti delle opposizioni consiliari a Tondo Gioeni. Hanno celebrato l’anniversario della «caduta» del ponte, che — dicono — è stato sostituito da una enorme rotatoria piena di pericoli e capace solo di appesantire ulteriormente il traffico sulla circonvallazione. Dall’amministrazione comunale, ancora nessuna replica. Intanto, si attende sempre di sapere quando inizieranno i lavori del sottopasso che rappresenta il completamento necessario del progetto.
Manlio Messina per Area Centrodestra, Carmelo Sgroi per Ncd, Carmelo Coppolino e Giuseppe Castiglione per Grande Catania-Mpa, Santi Bosco per Forza Italia sono stati i protagonisti della manifestazione. Sono tornati dove lo scorso anno avevano messo a segno un’altra protesta simbolica — si erano presentati nella zona del cantiere con pista e macchinine — per denunciare i ritardi nella realizzazione dell’opera. Ieri, solo un nastro per ricordare la «grande incompiuta dell’amministrazione Bianco» che, almeno stando ai consiglieri di minoranza, tale rimarrà ancora a lungo. «Qualunque cantiere — ha commentato Coppolino — andava aperto proprio in questi giorni. Dopo, quando riprenderà la scuola e arriverà il brutto tempo, sarà più difficile realizzare le opere previste».
Alla vigilia della «inagurazione», il capogruppo di Area Centrodestra, Messina, aveva già spiegato le ragioni del ritorno al Tondo Gioeni: «L’impresa non ha ultimato i lavori, perché sono finiti i fondi. Quel tratto stradale, così com’è, rappresenta un incubo per gli automobilisti. Anche con alcuni video abbiamo documentato come ogni giorno, a ogni ora, il traffico lì è caotico. Finché non verrà realizzato il sottopasso, la situazione non potrà migliorare. Ma non abbiamo notizie di questa realizzazione. Intanto, c’è chi passa la notte per provare l’ebbrezza del salto che offre il punto di congiunzione tra la rotatoria e la circonvallazione. Scherzi a parte, un dislivello pericolosissimo per auto e moto. Basta recarsi in quella zona per capire di cosa sto parlando». Ge. M.
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