CATANIA. Al numero 31 di Via Furnari - a metà strada tra Piazza Borgo e Piazza Abramo Lincoln - si trova un grande edificio incompleto, dall'aspetto così poco rassicurante che molti, passandoci davanti, si saranno chiesti come fa a stare in piedi.
Eppure, in quel palazzo nemmeno troppo lontano dal centro - mai finito a causa del fallimento del costruttore - vivono circa venti famiglie che negli ultimi mesi hanno corso il rischio concreto di finire senza un tetto sopra la testa.
È una storia che va avanti dallo scorso febbraio, quando il Comune - sollecitato da alcune segnalazioni giunte presso i suoi uffici (si vocifera da parte di una ditta impegnata nella costruzione di un palazzo nelle vicinanze) - aveva effettuato un primo sopralluogo e emanato in aprile un'ordinanza con la quale ingiungeva ai proprietari di mettere in sicurezza l'edificio entro trenta giorni. Non avendo ricevuto alcun riscontro dalle parti interessate, l'amministrazione comunale aveva ordinato lo sgombero dello stabile per ragioni di sicurezza, venendo poi bloccata da una sentenza del Tar giunta venerdì scorso. L'altro ieri, gli esperti del Genio Civile accompagnati dai Vigili del Fuoco, dall'Asp e dall'assessore Luigi Bosco, hanno effettuato un'altra ispezione dell'edificio, confermando le conclusioni a cui erano giunti: il palazzo non è abitabile poiché sprovvisto di alcuni importanti requisiti di sicurezza. «Se il Comune riuscisse a fornire una nuova sistemazione a coloro che vivono in questo stabile - assicura Enzo, un pensionato invalido sui settant'anni - tutti noi saremmo assolutamente disponibili ad abbandonare le nostre case, ma finora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in merito».Pochissimi tra gli abitanti di Via Furnari - tra i quali vi sono molti bambini e anche qualche donna incinta - sono proprietari dell'appartamento in cui dimorano e la maggior parte è stata da tempo dispensata dal pagamento dell'affitto. «Non ci è parso - racconta un altro di loro - che le ispezioni effettuate negli ultimi mesi siano state svolte in maniera corretta. I Vigili del Fuoco si limitavano ad osservare il portone d'ingresso e a dire che l'edificio era inagibile, senza svolgere le necessarie verifiche».
È proprio l'assessore Bosco, però, a respingere tali accuse: «posso assicurare che tutti i locali dell'edificio sono stati esaminati in più di una occasione da personale qualificato - afferma - che ne ha decretato la non agibilità. Abbiamo già chiesto - conclude l’assessore Bosco - all'Istituto autonomo case popolari se vi è disponibilità di appartamenti da assegnare agli inquilini del palazzo e faremo di tutto per risolvere la situazione nel più breve tempo possibile».