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Tragedia a San Giovanni, rimane grave Marika

SAN GIOVANNI LA PUNTA. Non è ancora calato il sipario sulla tragedia che la scorsa settimana ha sconvolto San Giovanni la Punta, dove venerdì scorso - nel suo appartamento di Viale della Regione 140 - Roberto Russo, quarantatreenne ex dipendente del gruppo Despar e da due anni disoccupato ha accoltellato le due figlie, Laura di dodici anni e Marika di quattordici, causando la morte della prima. È troppa ancora l'ansia per le precarie condizioni di salute della più grande, che sopravvissuta per miracolo all'aggressione del genitore si trova ancora al reparto di Rianimazione dell'ospedale "Garibaldi" di Catania a lottare per la propria vita. Secondo quanto trapelato dalle indagini finora svolte, l'uomo avrebbe compiuto il folle gesto in preda ad un raptus provocato non soltanto dalle difficoltà a reperire un lavoro, ma anche dalla profonda crisi in cui era precipitata la sua relazione con la moglie Giovanna. Il caso ha voluto che la giovane abbia cominciato a manifestare i primi segnali di risveglio proprio domenica scorsa, mentre il suo paese si stringeva commosso attorno alla madre e ai due fratelli maggiori in occasione del funerale di Laura, che ha visto un'enorme folla riempire in silenzio la chiesa madre del piccolo comune etneo. C'è dunque cauto ottimismo da parte dei medici sulle stato di salute di Marika, le cui condizioni, comunque, rimangono gravi. È stata una vera e propria gara di solidarietà quella che negli ultimi giorni ha visto oltre cento persone recarsi in ospedale per donare il proprio sangue alla ragazza, per la quale - a causa della rarità del gruppo sanguigno d'appartenenza, lo zero negativo - non sarebbe certo stato facile reperire volontari compatibili. Il padre - che ha tentato il suicidio accoltellandosi all'addome subito dopo aver colpito le due figlie - si trova tuttora ricoverato presso l'ospedale Cannizzaro di Catania, piantonato dagli agenti nell'area riservata ai detenuti. L'uomo - sempre domenica - è stato sottoposto ad interrogatorio dal gip Flavia Panzano e dal sostituto procuratore Agata Santonocito, affermando di non ricordare alcunché di quanto accaduto quel venerdì mattina.

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