CATANIA. Lanfranco Zappalà, Carmelo Sofia, Nuccio Lombardo e Gianni D’Avola possono stare tranquilli. Comunque vadano le prossime elezioni, che vogliano candidarsi o meno, manterranno il diritto a sedersi nella «parte nobile» dell’Aula di Palazzo degli Elefanti. Il nuovo regolamento, appena consegnato dalla commissione Statuto e provvisto persino di «placet» dell’Avvocatura, prevede infatti l’istituzione del «consigliere ad honorem»: un titolo che spetterà a quanti hanno superato l’esame con le urne cittadine per almeno quattro volte. Tra gli attuali componenti dell’assemblea, solamente Zappalà e D’Avola (Pd) con Lombardo (Articolo 4) e Sofia (Lista Bianco) possono vantare tanto curriculum. Gli «onorari» non avranno, comunque, diritto al voto.
Proprio Lanfranco Zappalà è il presidente della commissione Statuto, che ha lungamente lavorato alla riforma delle regole interne del Consiglio: «Già tra dieci giorni potremmo iniziare il dibattito, quindi votare definitivamente il testo», afferma l’esponente di maggioranza. Decisamente soddisfatto, non nasconde però qualche cruccio: «È stato bocciato dall’Avvocatura, perchè in contrasto con le norme vigenti, l’articolo in cui dimezzavamo il tempo di sospensione di una seduta per la prima constatazione di mancanza di numero legale. Avremmo voluto anche evitare la stessa apertura dei lavori in assenza di numero legale».
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