CATANIA. «Aspettando sempre che finisca questa lunghissima, stucchevole, transizione dalle Province regionali ai Liberi consorzi, vorremmo sapere chi dovrebbe occuparsi di applicare la legge sulla tenuta antisismica nelle scuole secondarie superiori del capoluogo e della provincia. Nell'interesse dei lavoratori della scuola, degli studenti, dei cittadini, riteniamo anche doveroso chiedere quante verifiche strutturali sono state finora eseguite e quante eventualmente restano ancora da farne».
Lo affermano i segretari generali di Uil Scuola, Uil funzione pubblica e Feneal Uil, il sindacato che rappresenta gli operatori del settore edile. Fortunato Parisi, Salvo Mavica, Stefano Passarello e Francesco De Martino rilevano come sia stata apprezzabile attività svolta dai commissari, che si sono succeduti alla guida della Provincia regionale etnea, Antonella Liotta e Giuseppe Romano, ma rilevano altresì che il lavoro assicurato tra mille incertezze dai dipendenti dell'ente rischia di essere messo in ombra dalle note difficoltà finanziarie dell'ente e dai colpevoli ritardi della Regione nella concreta definizione della riforma delle Province».
«Le prove di resistenza allo ”stress sismico” negli edifici pubblici, nelle scuole innanzitutto e i successivi lavori di consolidamento — sostengono Fortunato Parisi, Salvo Mavica, Stefano Passarello e Francesco De Martino — non possono più aspettare. La Uil ancora nei giorni scorsi ha sollevato la questione a proposito dei plessi di competenza comunale, protestando per lo ”Sblocca-Catania” che non c'è. Adesso, con maggiore forza, sollecitiamo che la Regione intervenga a sostegno dell'amministrazione provinciale per le competenze in materia di istituti secondari superiori e si faccia carico dell'applicazione della legge, non a caso varata dopo la tragedia de L'Aquila. Al commissario Giuseppe Romano, cui ribadiamo massima collaborazione e stima, chiediamo intanto un incontro sullo stato delle strutture scolastiche di competenza provinciale e sul programma di realizzazione dei test antisismici, indispensabili per il finanziamento dei progetti di consolidamento».
Secondo la Uil, queste sono le opere pubbliche buone, vere, il sindacato dei cittadini invoca da tempo per tutelare della pubblica incolumità e per il rilancio del settore edile, provato da una crisi senza precedenti nel Catanese, dove in sei anni sono andati in fumo quasi il settanta per cento di posti di lavoro.
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