CATANIA. Saldi di fine stagione e il Comune cerca di conquistare Le Ciminiere. Dopo che l'ex Provincia regionale ha ceduto la Cunziria al Comune di Vizzini e il Museo del carretto siciliano al Comune di Aci Sant’Antonio, un suo "pezzo" particolarmente pregiato, qual è il Centro fieristico, culturale, congressuale delle Ciminiere potrebbe passare sotto la gestione dell'amministrazione comunale. Nei giorni scorsi, infatti, sé è tenuta una riunione tra i dirigenti dei due Enti per valutare se ci siano le condizioni burocratico-amministrative ed, eventualmente quali procedimenti adottare, per la cessione dell'area e la gestione delle strutture e dei servizi. Un prossimo incontro dovrebbe svolgersi a breve scadenza. Il prefetto Giuseppe Romano, commissario dell'ex Provincia, da una parte e Antonella Liotta, già commissario a Palazzo Minoriti e attualmente direttore generale del Comune, sarebbero in sintonia per cercare di concretizzare un "desiderio" del sindaco Enzo Bianco che intende rilanciare Le Ciminiere. Inaugurate nel 1966 dall'allora presidente della Provincia, Nello Musumeci, dopo lunghe e complesse vicende giudiziarie, Le Ciminiere sono state almeno fino al 2003 un luogo di appuntamenti culturali di rilevanza nazionale, di cartelloni di spettacoli estivi e di eventi fieristici ed espositivi. Poi, con il cambio della guardia, prima Raffaele Lombardo e poi Giuseppe Castiglione, la struttura è caduta nel dimenticatoio e anche i musei (dello Sbarco in Sicilia 1943 del Cinema) le esposizioni permanenti (del giocattolo e della radio d'epoca) sono state trascurate, piuttosto che essere valorizzate in modo da poter fornire entrate all'Ente, come la gestione degli spazi espositivi e congressuali. Il progetto di una società mista pubblico-privato è sempre rimasto nel cassetto e la Provincia non è andato oltre un regolamento per stabilire criteri e costi per la fruizione degli spazi. Di fatto, a causa anche della fatiscenza dei locali, numerosi eventi fieristici sono stati realizzati altrove. Il progetto del sindaco Enzo Bianco è, probabilmente, invece, quello di rilanciare un luogo che racchiude numerosi motivi di interesse e potrebbe essere fruito anche come semplice spazio di aggregazione, sia in estate che in inverno. Una gestione manageriale, di stampo privatistico, potrebbe garantire utili, razionalizzando gestione del personale, costi e incrementando il numero di visitatori, almeno delle due principali attrattive che sono proprio il Museo dello sbarco, che potrebbe essere pubblicizzato in tuta Italia e all'estero in quel segmento del turismo storico che va crescendo e il Museo del cinema, realizzato dallo stesso progettista dell'analoga struttura di Torino, Francois Confino. Un problema: quale sarà il futuro dei 25 dipendenti della Pubbliservizi, tra custodi, tecnici, pulizieri e vigilanti in servizio, oltre ai circa 10 "provinciali".