CATANIA. È durata poco la rinascita rossazzurra. Due partite, vinte in casa contro Pro Vercelli e Perugia, e poi più nulla. Il Catania torna quello della prima metà di campionato. Lento, prevedibile e perdente. Il Frosinone passa al Massimino in rimonta portandosi al quinto posto in classifica e relegando gli etnei in coda, seppur con una partita in meno, insieme con Varese e Crotone. Già costretta a fare a meno di Calaiò, in panchina a causa di condizioni fisiche precarie, la squadra di Marcolin deve rinunciare strada facendo a Coppola (ennesimo infortunio muscolare della stagione) dopo un quarto d'ora e poi anche al suo sostituto Martinho (distorsione a una caviglia). Problemi in sequenza per una formazione che nel primo tempo rischia di andare sotto un paio di volte (tiro a giro di Blanchard di poco fuori e botta sul fondo di Sammarco), costruisce qualche opportunità per passare (testa di Schiavi d'un soffio a lato, salvataggio di Zappino su destro di Castro) e alla fine sblocca la gara con una girata al volo di Castro su assist di Mazzotta. I rossazzurri, però, calano vistosamente nella ripresa, quando gli ospiti, che arrivano sempre primi sulla palla, riescono a ribaltare lo svantaggio. Gillet si salva con l'aiuto della traversa su un tocco sporco di Lupoli, ma deve capitolare su un destro al volo di Dionisi e sulla stoccata del nuovo entrato Ciofani, lasciato troppo libero di calciare dai venti metri. In mezzo alle due reti gialloblù, le proteste etnee per un rigore reclamato per un contatto tra Maniero e Blanchard, entrambi protagonisti anche a pochi minuti dallo scadere (colpo di testa dell'attaccante di casa e salvataggio del difensore ospite a portiere battuto). Il resto è contestazione nei confronti di Pulvirenti, Cosentino e Ventrone, una lunga pioggia di fischi al fischio finale e i giocatori etnei (non tutti) sotto la curva nord a chiedere scusa per l'ennesima sconfitta stagionale.