Calcioscommesse, il pm chiede il Catania in Lega Pro a -5. Niente stadio per Pulvirenti e Cosentino
CATANIA. Retrocessione in Lega Pro con una penalizzazione di 5 punti nella stagione 2015/2016 e cinque anni di inibizione per il patron Antonino Pulvirenti. E' la richiesta del procuratore Figc, Stefano Palazzi, al Tribunale nazionale federale per il Catania nel processo al calcioscommesse. Al club etneo viene riconosciuta l'attenuante per la collaborazione. "La collaborazione è sempre rarissima e merita una valutazione premiale, l'omertà è spezzata con questi elementi collaborativi", ha detto il procuratore Figc, Stefano Palazzi, chiedendo al Tribunale Federale Nazionale la sanzione ridotta per il Catania e il patron Pulvirenti in base all'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva applicabile "in caso di ammissione di responsabilità e di collaborazione fattiva". La Procura Figc ha chiesto, inoltre, cinque anni di inibizione più preclusione, più altri tre anni di inibizione e un'ammenda di 60mila euro, per l'ex ad Pablo Cosentino e il dirigente Piero Di Luzio. Stralciata la posizione dell'agente dei calciatori Michele Arbotti, attualmente agli arresti domiciliari. Il patron Pulvirenti è presente al dibattimento, al momento sospeso fino alle 14.30 per una pausa pranzo. Tra gli imputati, dinanzi al Tribunale Federale Nazionale della Figc allestito presso un hotel romano, ci sono il club etneo, deferito per doppia responsabilità diretta e oggettiva nella presunta combine di sei partite che hanno consentito la salvezza in Serie B, il patron Antonino Pulvirenti, l'ex ad Pablo Cosentino, il dirigente Piero Di Luzio e l'agente di calciatori Fernando Antonio Arbotti. L'inizio del dibattimento è stato posticipato a causa di un contrattempo legato al volo che da Torino ha condotto a Roma il presidente del Tribunale, Sergio Artico. Intanto stadi e manifestazioni calcistiche vietate per 5 anni per l'ex presidente del Catania Pulvirenti e l'ex ad Pablo Cosentino. Lo ha disposto il questore Marcello Cardona che ha firmato il Daspo, per ordine pubblico, a carico dei due ex dirigenti indagati nell'ambito dell'inchiesta «I treni del gol» su alcune partite comprate dal Catania per evitare la retrocessione dalla Serie B. Accertamenti sono stati eseguiti da Divisione anticrimine e Digos. I particolari alle 11.15 durante una conferenza stampa in Questura. Il questore di Catania ha anche avviato il procedimento amministrativo propedeutico all'emissione di un analogo provvedimento di Daspo per altri cinque indagati, che sono tuttora agli arresti domiciliari: Fernando Antonio Arbotti, Daniele Delli Carri, Piero Di Luzio, Giovanni Luca Impellizzeri e Fabrizio Milozzi. Il questore Marcello Cardona ha spiegato che «il provvedimento interdittivo trova pieno fondamento nel reato di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive» che è stato contestato agli indagati dalla procura della Repubblica di Catania. Il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per Pulvirenti e Cosentino è stato emesso anche perchè, è stato sottolineato, «si è registrato a livello mediatico un imponente e preoccupante coinvolgimento di persone sfociato il 20 giugno scorso in una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato 2.500 persone che scandivano cori e slogan contro Pulvirenti e altri dirigenti del Calcio Catania». Proprio alla luce del diffuso malcontento registrato nella tifoseria locale, sottolineano dalla questura di Catania, si ritiene che la semplice presenza di Pulvirenti negli impianti sportivi dove gioca la squadra etnea «possa rappresentare un concreto pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica». Il Daspo, si ribadisce quindi, «è emesso per preservare Pulvirenti, Cosentino e tutti gli altri soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria da concreti rischi per la propria incolumità».