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Catania, sentenza in arrivo e Pulvirenti attende acquirenti

CATANIA. Antonino Pulvirenti è un uomo in  attesa. Di una sentenza. Di un acquirente. Due direttrici che si  richiamano a vicenda, un percorso in parallelo il cui epilogo  segnerà il futuro del Catania. A breve e lungo termine. Per il  patron del club rossazzurro - e per i tifosi etnei - sono giorni  lunghi, intensi. Entro 48 ore arriverà la pronuncia del  tribunale federale nazionale, snodo cruciale della bufera  scaturita dall'inchiesta 'I treni del gol'.

  Il collegio giudicante presieduto da Sergio Artico deve  decidere se e in che misura accogliere la richiesta del  procuratore Stefano Palazzi: retrocessione in Lega Pro con  penalizzazione di 5 punti e inibizione di cinque anni per lo  stesso Pulvirenti. Dalle aule di tribunale potrebbe arrivare  l'input decisivo per il passaggio di proprietà del club. Un  input che sinora, assicura Pulvirenti, non è arrivato.  «Al momento - spiega il patron rossazzurro - non esistono  trattative vere e proprie. C'è stato qualche approccio con lo  studio legale che ha il mandato di valutare le proposte di  eventuali soggetti interessati, ma nulla di concreto. Siamo in  una fase di stallo, probabilmente addebitabile al fatto che non  si sappia ancora a quale campionato parteciperà il Catania nella  prossima stagione».

«A chi sostiene che io non abbia reale  volontà di vendere - continua Pulvirenti - dico che l'italiano è  una lingua molto chiara. Se poi passiamo al gioco delle  interpretazioni, chiunque può affermare ciò che vuole. Quel che  dovevo dire l'ho detto: voglio uscire da questo mondo, vendere  la società e dire addio al calcio. Sono alla guida del Catania  da undici anni, ho fatto il mio tempo. Mi auguro di essere messo  in condizione di far seguire i fatti alle parole. Il resto non  dipende da me. Ho ribadito in mille modi che voglio passare la  mano, ho assegnato un incarico preciso in tal senso a uno studio  legale: cosa si chiede di più? Mi auguro, piuttosto, che ci sia  qualcuno in grado di farsi avanti. Sarebbe davvero deprimente  constatare la totale assenza di una controparte in grado di  raccogliere il testimone. Devo solo precisare un concetto: il  Catania è una società unica e va venduta come tale. Il centro  sportivo di Torre del Grifo fa parte del patrimonio del club e  non può essere scorporato da esso. Non esistono alternative.  L'intervento del sindaco Bianco? Lo ringrazio pubblicamente per  il suo interessamento. È un segnale importante».     E adesso la parola a Roma e ai tribunali. Quei tribunali dove  si scriverà la storia del Catania. Ancora una volta. Come nel  '93 e nel 2003. Pulvirenti aspetta. E dice: «Ho subito deciso di  collaborare e di raccontare tutto quel che so alla magistratura  ordinaria e a quella sportiva. Il mio compito ora è essere  coerente sino in fondo con questa scelta. Il procuratore  federale Palazzi ha ritenuto importante la mia collaborazione e  ha formulato una richiesta: non posso entrare nel merito, so  solo che se c'è un codice sportivo in teoria quel codice  dovrebbe essere applicato. Questa, però, è una storia che non è  esattamente come appare. Anzi, forse non lo è per nulla. Ci  vorrà del tempo per scriverla nel modo corretto. Aspetterò».

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