AGRIGENTO. La carica dei 300 sparsi in due pullman e decine di auto: l'appuntamento è in piazza Ugo La Malfa, come di consueto. Da lì ci si sposterà in direzione Catania con sosta obbligata a Gelso Bianco dove la polizia accompagnerà i tifosi dell'Akragas nel parcheggio e all'interno del settore ospiti. Qualcun altro ha preferito la tribuna ma anche in quel caso le Questure di Agrigento e Catania raccomandano di "convergere entro le 13 nell'area di Gelso Bianco" dove la polizia controllerà biglietti e documenti e accompagnerà i tifosi allo stadio. Lo storico derby di Catania è stato organizzato nei dettagli anche sul fronte dell'ordine pubblico. «È una partita dal fascino particolare - ha detto ieri mattina uno dei grandi ex, il capitano dell'Akragas Ciro Capuano - che dobbiamo affrontare con lo spirito di chi vuole portare a casa i tre punti ma dobbiamo fare in modo che sia solo una grande giornata di sport». La preoccupazione, fra le righe, è che ci possa essere qualche disordine anche perché è stata ipotizzata la presenza dei tifosi trapanesi, in attrito con quelli dell'Akragas, per dare sostegno a quelli etnei. Per i tifosi agrigentini è un sogno che si avvera. Andare in trasferta in uno dei campi più blasonati del calcio nazionale è un traguardo che riscatta i tanti anni di dilettantismo e i viaggi in campetti di periferia. "Sarà dura - ha commentato ieri mattina il tecnico Nicola Legrottaglie, uno dei grandi ex della sfida - ma il fascino di una gara del genere è fuori dal comune". Il tecnico, rispondendo alle domande dei cronisti nella sala stampa dell'Esseneto, ha parlato anche della crisi dell'attacco. Madonia e Di Piazza non segnano da un mese. "Il problema non è la mancanza di occasioni - commenta Legrottaglie - ma la cattiveria che manca quando si dovrebbero realizzare. È un problema sul quale stiamo lavorando durante la settimana e che riguarda pure gli aspetti difensivi della squadra. Se andiamo a rivedere i gol presi c'è sempre una disattenzione o una leggerezza. È questo l'aspetto principale su cui dobbiamo lavorare. Serve quel pizzico di cinismo, concentrazione e lucidità che serve per fare il salto di qualità".