CATANIA. Biglietti scontatissimi e dichiarazioni riparatorie del collaboratore dell’area tecnica Fabrizio Ferrigno («Vogliono farci sparire penalizzandoci in continuazione», aveva detto). Il Catania è consapevole della difficoltà del momento e chiama a raccolta i propri tifosi al Massimino, in occasione del derby contro il Messina. Non è ultima spiaggia, non è una finale, ma sicuramente è un passaggio importante nella «via crucis» che deve portare alla salvezza. La squadra rossazzurra è in evidente crisi da tempo e neanche la scossa del cambio di allenatore, via Pippo Pancaro, difensore d’ufficio dei suoi ragazzi, dentro Francesco Moriero, ex calciatore importante, ma tecnico tutto da scoprire ancora. La nuova panchina non ha portato i benefici sperati: due sconfitte in trasferta, un pareggio in casa: ben poco di concreto, insomma. E anche sul piano della prestazione le cose non sono poi andate molto meglio: venticinque minuti di gioco contro la Juve Stabia poi notte fonda e contro l’Akragas ancora peggio: 3-0 con l’uomo in più per cinquanta minuti, poi una tardiva reazione più emotiva che altro. Il Catania ha vinto solo il conto dei corner, ma quelli non incidono sul risultato e non fanno punti. Qualche aggiustamento tattico (dal 4-3-3 al 4-2-3-1), la fiducia a qualche uomo tenuto in disparte, come Bombagi e poi Castiglia non hanno sortito gli effetti sperati. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE